Ancora non è iniziata e sembra già sgonfiarsi di credibilità, ci riferiamo alla cosiddetta “Fase 2” di ripresa dall’isolamento sociale.

In Italia, dopo un pessimo inizio nella gestione della pandemia, abbiamo assistito ad un significativo recupero organizzativo: fatta eccezione per l’organizzazione sanitaria siciliana, e siracusana in particolare, che non ha saputo approfittare dei quindici giorni di  “vantaggio” organizzativo rispetto rispetto alle martoriate regioni del nord.

Adesso che  la curva nazionale dei contagi sembra ammorbidirsi mentre al sud non si è mai impennata, c’è già chi si comporta come se nulla fosse stato.

Sul piano politico si manifestano i soliti giochi di palazzo ed un disdicevole gioco delle parti fra stato, regioni e comuni più per differenza partitica che per esigenze pandemiche. Oltremodo disgustoso lo spreco di energie che la maggioranza di governo sta mettendo in campo per la spartizione delle poltrone del ricco bottino delle nomine statali quando sarebbe stato auspicabile mettere in “quarantena” l’argomento e concentrasi più proficuamente sulla ripartenza.

Scoperto il bluff dei miliardi di miliardi di liquidità messi in campo dal governo a spese dei cittadini e del sistema bancario mentre si fanno le pulci alle tardive ma pur sempre importanti aperture dell’unica credibile ancora di salvataggio per ogni stato del vecchio continente: l’Unione europea. Fa bene Cacciari a ricordare che un bravo statista si vede dalla capacità di chiedere sacrifici e non dalla superficialità nel fare promesse.

Una cosa di certo ci sta insegnando questa crisi, mai abbassare la guardia sulle scelte dei rappresentanti pubblici, sopratutto in tempo di pace. Prima o poi le conseguenza si pagano.

Gli sprechi del passato non solo hanno ipotecato il futuro dei giovani, ma già oggi ci privano della serenità e liquidità necessarie per affrontare i coronavirsus.

L’arroganza del potere che ha nominato inadeguati proconsoli sul territorio, ora li usa come capro espiatorio per coprire disastri organizzativi che partono da lontano.

Ciononostante il Covid 19 ha dimostrato che quando arriva non ci sono raccomandazioni che tengano.

Tuttavia, adesso che anche Siracusa è sotto i riflettori mediatici per gli insopportabili dubbi che serpeggiano circa la gestione dell’emergenza sanitaria, si è sempre più convinti della validità degli insegnamenti di civiltà che l’Inda ci rinnova ogni anno nella affascinante cornice del Teatro greco (un esempio per tutti: Antigone e l’eterno dilemma morale fra leggi degli “uomini” e la legge “divina”) preferiamo rifuggire dalle logiche dell’Arena, dove un mattatore  ha come solo unico scopo uccidere il toro.

Oggi Siracusa così come tutte le nazioni toccate dalla pandemia ha bisogno di nuovi luoghi mentali per ritornare ad abitare il pianeta da protagonisti.

 

 

 

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