Lucia, santa importante e famosa in tutto il mondo, rappresenta un’icona di comportamento cristiano non solo per il suo martirio, ma per la coerenza e la fermezza dimostrata nel fare la volontà del Padre, in scienza e coscienza.
Molto di quello che sappiamo di lei ci è tramandato dagli Atti greci del V secolo e negli Atti latini del V-VI secolo e dal Canone Romano dove Lucia è una delle sette donne menzionate
Di Lei sappiamo che era di Siracusa e che era fidanzata ad un giovane pagano. Spinta dalla devozione verso Agata santa e martire catanese, si recò a Catania in compagnia della madre che soffriva di perdite di sangue, nel giorno in cui questa veniva festeggiata.
Dopo aver pregato, Lucia dice alla madre che sarebbe guarita per intercessione di santa Agata se avesse toccato l’urna con le spoglie della santa. Madre e figlia, pregarono con devozione profonda la giovane martire, finché non sopraggiunse il sonno, durante il quale Lucia vidi sant’Agata glorificata in mezzo a due angeli nell’atto di rivolgerle la parola e dirle: «Sorella Lucia, perché cerchi da me quel che tu sei in grado di ottenere ad altri? Ecco, tua madre sarà sana per la sua fede. E come per mezzo mio viene beneficata la città dei catanesi, così per mezzo tuo sarà onorata la città di Siracusa» … Anche tu, come me, subirai il martirio per la tua fede in Cristo.” Lucia al risveglio ripensa al sogno ma non ha chiaro il suo significato. Tornata a Siracusa col cuore pieno di gioia e di speranza chiede alla madre ormai guarita di poter essere lasciata libera di scegliere il suo futuro: dedicarsi alle cose del cielo, un desiderio che coltivava fin da piccola.
Come sappiamo Lucia sarà denunciata al proconsole romano Pascasio, dal fidanzato rifiutato e da quel momento ha inizio il suo martirio. Come profetizzato da Sant’Agata la profezia sta per avverarsi, Lucia non si sottrae, non indietreggia, non mostra paura per ciò che l’aspetta anzi gioisce all’idea dell’incontro con Dio e affronta con serenità e fermezza le prove che l’aspettano
Era l’anno 304, anno in cui gli imperatori, Diocleziano e Massimiliano avevano emanato un editto di sterminio contro i cristiani, in cui veniva specificato che dovevano morire tra atroci tormenti.
Lucia come profetizzato subì il martirio con coraggio, sostenuta dalla fede in Dio e, quando ormai prossima alla fine, preannuncia ai fratelli di fede venuti per assistere alla sua morte – come previsto dall’editto imperiale del 290 che concedeva a parenti e amici di assistere alla morte dei loro cari per poterli seppellire – che fra non molto la Chiesa di Dio avrebbe avuto la pace, mentre Diocleziano e Massimiliano avrebbero fatto una misera fine, poi annuncia che così come la città di Catania venerava sant’Agata, i suoi concittadini avrebbero onorato Lei per grazia del Signore.
Dopo queste parole Lucia muore, era il 13 dicembre 304, giorno che fu segnato, a caratteri d’oro, nella storia di Siracusa e della Chiesa cattolica. Sul suo sarcofago fu scolpita una colomba , come quella spiccata dall’arca di Noè per annunziare al mondo la pace. E la pace arriva come previsto da santa Lucia, infatti dieci anni dopo l’Europa d’occidente avrà il primo documento legislativo sulla libertà religiosa grazie all’editto di Milano, emanato da Costantino I e Licinio nel febbraio del 313, con cui si concedeva libertà di culto ai cristiani e ai seguaci di tutte le altre religioni.
Come profetizzato il culto della Santa si diffuse rapidamente in tutta la cristianità, tanté che Lucia oggi è venerata non solo in Europa ma in tanti altri paesi del mondo, alcuni dei quali diventati la nuova patria per tanti nostri connazionali emigrati che, ancora oggi forti del loro legame a Lucia, sfatano un antico proverbio che recita: ”Lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, infatti continuano a innalzare a cielo con orgoglio, “Siracusana jè” , grido di appartenenza e devozione alla giovane e martire santa Lucia