Quando è stato reso noto l’elenco delle città aspiranti al titolo di Capitale italiana della cultura per l’anno 2024, quale è stata la reazione dei cittadini siracusani riscontrando in quell’elenco di 24 città concorrenti anche la città di Siracusa? Saranno stati contenti di scoprire che la propria città è una fra le sette partecipanti dell’Italia del sud? E cosa avranno pensato ancor più nell’apprendere che Siracusa è l’unico capoluogo di provincia siciliano partecipante al Bando del Ministero per i Beni e le Attività culturali, in gara regionale solo con il piccolo comune di Burgio (di 2.600 abitanti, in provincia di Agrigento)? I più avranno detto: non c’è partita, “ci piace vincere facile”! Siamo spiacenti di deluderli: perché, i requisiti che vengono valutati dalla Commissione nazionale deputata all’assegnazione del titolo, non riguardano la storia pregressa delle città candidate, né il suo riconoscimento da parte dell’Unesco di patrimonio dell’umanità, ma piuttosto la sua capacità di una progettazione legata alla valorizzazione di quel passato, in vista del suo futuro.

Il Comune di Siracusa, lodevolmente, si è reso parte attiva di una consultazione fra le diverse realtà associative rappresentative del tessuto culturale e imprenditoriale del territorio, ed ha anche fatto appello alla comunità cittadina, al fine di ricevere utili indicazioni per la redazione del Dossier da presentare per rispondere al Bando ministeriale. Un Comitato ristretto e due agenzie sono state all’uopo incaricate.

Ma c’è un ruolo dal quale i cittadini siracusani non possono esimersi per contribuire al raggiungimento di questo traguardo: sentirsi ed essere “comunità”, laboratorio quotidiano, dove è anzitutto la qualità umana delle relazioni che decide il valore della vita della città, con la cooperazione tra la funzione mediatrice dei politici, la qualità tecnica degli esperti, la competenza dei funzionari, il sapere dei cittadini e dei numerosi attori sociali. E’ un cantiere di lavoro molto ampio. Richiede di mettere in rete, per dar vita ad una efficace progettualità, tutti gli ambiti e tutte le politiche pubbliche: le realtà professionali, economiche, culturali e sociali. Significa riconoscere la corresponsabilità delle diverse componenti della vita urbana: impegno che lega chi opera dentro le istituzioni (politici, funzionari, esperti) e chi agisce nei diversi luoghi del civile (cittadini attivi, associazioni, realtà culturali, economiche e sociali).

Continuiamo a pensare che la partecipazione della nostra Città al bando possa rappresentare una straordinaria risorsa per la crescita del territorio. E dipende anche da noi cittadini fare in modo che possa giungere il riconoscimento sperato.

(Cammino, edizione tipografica del 26 settembre 2021)

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