Sono trascorsi quattro decenni dalla sua nascita. Non riesco a pensare il cammino quarantennale di questo giornale se non strettamente legato a quello della Chiesa, entro il particolare spazio umano e territoriale della nostra diocesi, e in unità con i Vescovi che si sono succeduti (da Calogero Lauricella a Giuseppe Costanzo, da Salvatore Pappalardo a Francesco Lomanto), tutti ottimi servitori del ministero apostolico dentro la nostra comunità ecclesiale, con gli strumenti di grazia e di azione pastorale di cui sono protagonisti.

Scorrendo le annate del settimanale Cammino è possibile allora ripercorrere questo lungo periodo della sua vita, semplicemente rivivendo le tappe scandite dalla successione dei diversi Orientamenti della Chiesa, che hanno costituito il quadro degli obiettivi nel cui orizzonte le singole diocesi sono state poi chiamate a trovare il proprio originale cammino pastorale.

  • «Comunione e Comunità» (1981-90)

Per l’animazione pastorale degli anni ’80 la Chiesa italiana si è data gli Orientamenti pastorali Comunione e Comunità”, il cui obiettivo era quello di aiutare le comunità a crescere nella vita di comunione, per essere soggetto credibile di evangelizzazione.  Questi Orientamenti hanno proposto un modello di Chiesa missionaria, formata da persone adulte nella fede, che sanno assumere in pieno le responsabilità pastorali derivante dal proprio status: tutta la Chiesa è protagonista dell’evangelizzazione; tutta è responsabile dell’annuncio della parola di Dio e dell’educazione della vita di fede.

Sulla scia degli Orientamenti venne organizzato il 2° Convegno ecclesiale nazionale, tenutosi a Loreto (9-13 aprile 1985) e intitolato: “Riconciliazione cristiana e comunità degli uomini”, incentrato sui modi di concepire l’identità cristiana e il dialogo con il mondo. Nel corso di quel Convegno il papa Giovanni Paolo II sottolineò da una parte l’importanza del servizio alla verità («istanza veritativa») e dall’altra la necessità di un più deciso «dinamismo missionario».

  • «Evangelizzazione e testimonianza della carità» (1991-2000)

Agli inizi degli anni ’90 i Vescovi italiani pubblicano gli Orientamenti pastorali per il nuovo decennio: “Evangelizzazione e testimonianza della carità”. Il titolo evidenzia la continuità con i programmi pastorali precedenti e riafferma la priorità dell’evangelizzazione.

Vengono individuati principalmente due obiettivi pastorali: far maturare delle comunità parrocchiali che abbiano la consapevolezza di essere soggetto di una catechesi permanente e integrale rivolta a tutti; favorire un’osmosi sempre più profonda tra le essenziali dimensioni del mistero e della missione della Chiesa.

Anche in questo decennio la Chiesa italiana celebra il 3° Convegno ecclesiale nazionale, a Palermo (20-24 novembre 1995), col titolo: “Il Vangelo della carità per una nuova società in Italia”.

Uno dei primi obiettivi di questo Convegno è quello della formazione, che rappresenta una fondamentale istanza della nuova evangelizzazione. La necessità della formazione è richiesta da una impostazione missionaria della pastorale, in cui si sottolinea fortemente il rapporto tra fede e cultura.

  • «Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia» (2001-2010)

Per i primi 10 anni del 2000, i Vescovi italiani scelgono come obiettivo prioritario della pastorale la “comunicazione della fede”, cioè comunicare il Vangelo ai fedeli, a quanti vivono nell’indifferenza e ai non cristiani, qui nelle nostre terre e in terra di missione. Questo obiettivo viene proposto mediante gli Orientamenti pastorali «Comunicare il Vangelo in un mondo che cambia».  Il compito primario della Chiesa è testimoniare la gioia e la speranza originate dalla fede nel Signore Gesù Cristo, vivendo nella compagnia degli uomini, in piena solidarietà con loro, soprattutto con i più deboli: Il Vangelo è il grande dono di cui dispongono i cristiani. Perciò essi devono condividerlo con tutti gli uomini e le donne che sono alla ricerca di ragioni per vivere.

Anche a metà del primo decennio del 2000, come nei decenni precedenti, i Vescovi hanno voluto far vivere alla Chiesa italiana un momento ecclesiale “forte”, convocando il 4° Convegno ecclesiale nazionale a Verona nell’ottobre 2006, con il titolo: “Testimoni di Gesù risorto, speranza del mondo”.  Esso ha chiamato le comunità cristiane e ciascun credente a testimoniare l’amore di Dio per l’uomo e a prolungare nel tempo la manifestazione di quel grande ‘sì’ che Dio ha detto all’uomo, alla sua vita, all’amore umano, alla nostra libertà e alla nostra intelligenza.

  • «Educare alla vita buona del Vangelo» (2010-2020)

Il documento pubblicato il 4 ottobre 2010 si pone in continuità con il decennio successivo, che ha attuato un primo cambio di prospettiva, utilizzando “Vangelo” e “Mondo che cambia”, rispetto alle categorie che hanno caratterizzato i decenni precedenti: Evangelizzare, Comunione e Carità. La tematica affonda le radici nel convegno scaligero ed offre alcune linee per una crescita delle diocesi nel delicato e fondamentale compito dell’educazione, partendo da alcune ragioni di fondo: la continuità con il cammino ecclesiale precedente, dal Concilio ad oggi; la fedeltà alla missione che il Maestro divino ha dato alla sua Chiesa; la speranza che è non solo doveroso, ma possibile educare anche di fronte alle difficoltà del nostro tempo.

Anche a metà di questo decennio, come consuetudine, venne convocato il Convegno ecclesiale nazionale, a Firenze (9-13 novembre 2015), dal titolo «In Gesù Cristo il nuovo umanesimo», che fu caratterizzato fortemente dalla presenza di Papa Francesco. Nel suo discorso

in Santa Maria del Fiore, il pontefice sottolineerà come la Chiesa, per avere i tratti dell’Umiltà, del Disinteresse e della Beatitudine, deve camminare insieme con sinodalità, senza l’ossessione del “potere” anche quando questo prende il volto di un potere utile e funzionale all’immagine della Chiesa che, però, pensando solo a sé stessa e ai propri interessi, non potrebbe che essere triste e non gioiosa. Aggiungendo: «Preferisco una Chiesa accidentata, ferita e sporca per essere uscita per le strade, piuttosto che una Chiesa malata per la chiusura e la comodità di aggrapparsi alle proprie sicurezze» (Evangelii gaudium, 49).

  • Gli Orientamenti 2021-2030

Per il decennio che si è appena aperto, i vescovi italiani, hanno deciso, anziché di essere loro a redigere gli Orientamenti pastorali da studiare e tradurre in pratica nelle comunità cristiane, di affidarne la costruzione all’intero popolo di Dio (del quale fa parte anche il magistero), mantenendo al centro del decennio – in corrispondenza del Giubileo del 2025 – la convocazione nazionale, nella modalità che si chiarirà strada facendo. Questo l’impegno assunto dalla Chiesa italiana per il Sinodo sulla sinodalità della Chiesa indetto da papa Francesco per “Ripensare i nostri stili di vita, le nostre relazioni, l’organizzazione delle nostre società e soprattutto il senso della nostra esistenza”.

Tutta la Chiesa sta vivendo questa sfida, inclusa la nostra Arcidiocesi.

E il nostro giornale, come sempre, è partecipe di questo cammino.

Questo articolo è pubblicato sul numero tipografico di Cammino del 25 marzo 2022 – Anno XL

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