Il primo rientro di Lucia nella sua città natale

A Siracusa attendiamo il terzo, ormai imminente, temporaneo ritorno delle sacre spoglie mortali di Santa Lucia, custodite a Venezia.  Una visita che conclude l’Anno Luciano indetto lo scorso tredici dicembre dall’arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, per onorare la santità di Lucia e approfondirne il sempre attuale significato.

Le sacre spoglie di Santa Lucia saranno a Siracusa dal 14 al 26 dicembre. Nella nostra Diocesi poi saranno traslate il 26 a Carlentini, dove è ufficialmente invocata come Patrona della città dal 1621. La visita proseguirà, infine, nella Diocesi di Catania.

I siracusani ricordano bene i due precedenti eventi vissuti per l’accoglienza nel nostro territorio delle spoglie mortali della vergine e martire siracusana. Ma, in particolare, uno è rimasto fortemente impresso nella memoria collettiva: quello che, nella ricorrenza del XVII centenario del suo martirio, segnò straordinariamente la storia locale dal 15 al 22 dicembre del 2004, dopo quasi mille anni di attesa dalla sua traslazione a Costantinopoli, avvenuta intorno al 1039 ad opera del generale bizantino Maniace.

Brevemente rievoco questo grande evento siracusano di vent’anni fa, di cui pure io fui testimone come giornalista di “Cammino”.

A Siracusa, mercoledì 15 dicembre 2004, alle ore 15,30 il pattugliatore “Vega” della Marina Militare Italiana, con il corpo di Santa Lucia, approdò nella banchina del Porto Grande al Foro Italico. Ad attendere Lucia c’era la città che si è sempre gloriata di averLa come concittadina. Il lungomare era affollato come non mai. Alle ore 16 il corpo di Santa Lucia fu nella terra siracusana, attorniato dal suo popolo in preghiera e festa.

L’arcivescovo Giuseppe Costanzo

e i suoi quattro pubblici discorsi

Venti anni fa si compì un sogno lungamente accarezzato, come disse l’arcivescovo mons. Giuseppe Costanzo sul palco delle autorità, prima dell’inizio del pellegrinaggio cittadino verso la basilica del Sepolcro. In quel suggestivo pomeriggio si avverò  un’attesa che durava da secoli. La santa “sarausana” iniziò a visitare la sua terra e la sua gente, quella terra che le diede i natali, quella gente tra cui realizzò il suo progetto di vita.

Il cuore dei siracusani esultò per gioia ed emozione, nello spirituale e devozionale abbraccio alla patrona e concittadina. Fu festa!

Come affermò l’arcivescovo Costanzo nel primo dei suoi quattro pubblici discorsi, fu “festa di ritrovarsi, di stare insieme, di sentirsi presi per mano e incoraggiati, rinnovati interiormente e rilanciati sulle strade del mondo…”. E la visita di Lucia cominciò effettivamente ad essere “una cascata di luce, un effluvio di grazia…”.

Iniziò la processione cittadina con il corpo di Santa Lucia. L’evento ridestò subito tra i siracusani il migliore senso di appartenenza e di identità.

Nel 1700° anniversario del martirio della giovane Lucia, si realizzò anche una grande partecipazione popolare dignitosa, composta, esemplare. Tutto si svolse benissimo. La commozione fu indicibile.

I siracusani in preghiera, assieme ai numerosi fedeli ospiti, per le strade della città fecero “bella figura” con la loro santa e con la loro storica terra.

Straordinaria comunione

Il nuovo volto della città mostrò una straordinaria comunione di fede e civiltà, una incontenibile gioia che fu anche forte speranza di riscatto, sogno di radicale rinnovamento per Siracusa e la sua gente che volle guardare oltre l’evento, per le nuove generazioni che ancora non conoscevano il fascino della piccola Lucia.

Giunta la processione nell’ospedale “Umberto I”, l’arcivescovo mons. Giuseppe Costanzo pronunciò il suo secondo discorso, dinanzi ad una enorme folla commossa e raccolta,

Tra l’altro il presule affermò che Lucia, che agli occhi degli stolti parve sconfitta dalla morte, è viva… “viva per dare oggi alla sua Siracusa, all’inizio di questo travagliato millennio, una parola di conforto e di incoraggiamento”.

Al termine dell’indimenticabile e storico pellegrinaggio cittadino, l’arcivescovo mons. Giuseppe Costanzo, durante la celebrazione eucaristica, pronunziò il suo terzo discorso, dinanzi alla basilica del Sepolcro della Patrona.

Disse: “…Ci stringiamo attorno a questa preziosa reliquia: vogliamo ascoltare il magistero silenzioso e sconvolgente di questo corpo; vogliamo lasciarci ammaestrare sui temi ineludibili e sui problemi inquietanti dell’esistenza; vogliamo che parli ai nostri cuori sfiduciati, alle nostre menti ottenebrate, alle nostre volontà vacillanti. Vogliamo che ci confidi il segreto della sua fedeltà e della sua limpidezza”.

Nella basilica del Sepolcro il corpo di Santa Lucia restò quotidianamente esposto alla venerazione dei numerosi e ordinati fedeli sino al mercoledì del 22 dicembre 2004. Fu il giorno del commiato. Santa Lucia, dopo una toccante settimana tutta “siracusana”, ritornò a Venezia. Dinanzi alla basilica del Sepolcro, l’arcivescovo, mons. Giuseppe Costanzo – con il suo quarto discorso –    rivolse il saluto alla Santa Patrona, ancora assieme a migliaia di fedeli straordinariamente commossi.

   Il presule tra l’altro, rivolgendosi a Lucia, “sorella carissima e sicura maestra di vita”, chiese la Sua benedizione per quanti, a vario titolo, avevano contribuito alla realizzazione dell’evento, “che resterà come pietra miliare negli annali della nostra storia siracusana”.

Ai Vigili del Fuoco di Siracusa, in ricordo del terremoto del 1990, toccò il privilegio di traslare l’urna del corpo di Santa Lucia dalla basilica al vicino stadio “Nicola De Simone”. L’urna passò ancora tra la gente e dinanzi al Simulacro. Le sacre spoglie di Santa Lucia vennero riposte in una nuova urna per la traslazione in elicottero. Poi il triste decollo dallo stadio di Siracusa verso Venezia. Alle 16, dall’elicottero, ancora un saluto ed una benedizione alla sua città.

Forte speranza di riscatto

In conclusione, a distanza di vent’anni dal primo ritorno di Santa Lucia, possiamo affermare che non finiremo mai di parlare di quell’evento storico, ancora con noi stessi e con i testimoni di quella felice settimana del dicembre 2004, piena di devozione ed esultanza. Non smetteremo di conservare nel nostro animo le eccezionali emozioni di “quei” giorni siracusani, tutti nostri.

Manteniamo una memoria “viva” che – auspichiamo – si trasformi in testimonianza cristiana, in piena fedeltà al messaggio della Patrona Lucia.

La riflessione sull’evento del 2004, su quello successivo del decennale nel 2014 e su quello imminente del 2024, possa infine rinnovare l’impegno per una Società che promuova realmente la dignità dell’uomo e della donna, contro ogni violenza vecchia e nuova. Costituisca forte speranza di riscatto e di radicale rinnovamento per la città e per la sua gente che vuole guardare oltre gli eventi straordinari, assieme alle nuove generazioni di questo millennio, chiamate a conoscere presto il profumo della santità di Lucia e a “prendere coscienza che l’era dei martiri e dei santi non si è mai chiusa”.

  • (*) Cammino, speciale in edizione tipografica del 13 12 2024
Condividi: