Siamo in una polveriera. Nel mondo sono attivi circa 60 conflitti, il numero più alto mai registrato dalla fine della Seconda guerra mondiale. È il dato che emerge dall’edizione 2024 del Global peace index, pubblicato dall’Institute for Economics & Peace. Siamo ad un bivio drammatico, perché le crisi si moltiplicano e c’è il rischio di conflitti più grandi. Le industrie belliche non conoscono crisi e le tragiche conseguenze delle guerre in corso si riversano sulle inermi ed incolpevoli popolazioni civili.
La voce dei pontefici. La pace, dunque, è il problema dei problemi. E tutti i pontefici hanno sempre levata alta la loro voce per condannare la follia della guerra. Per limitarsi al ventesimo secolo, si potrebbero ricordare le severe denunce di Benedetto XV e Pio XII riguardo alle “inutili stragi” consumate nei due conflitti mondiali. Proseguendo poi con Giovanni XXIII, il cui documento più significativo, l’enciclica “Pacem in terris” del 1963, sarà ripreso dal Concilio Vaticano II ed inserito nella costituzione pastorale “Gaudium et spes” del 1965.
Le Giornate mondiali per la pace. Va riconosciuto a Paolo VI il merito di aver riconosciuto la necessità di proporre ed attualizzare, con cadenza annuale, un messaggio pontificio alla coscienza dell’umanità. Nascono così, per iniziativa di papa Montini, a partire dal 1° gennaio 1968 (anno emblematico, perché il più cruciale del secondo dopoguerra), le “Giornate Mondiali per la Pace” da celebrarsi nella ricorrenza del Capodanno. Da allora si sono susseguite senza interruzioni per 58 anni, e tutti i pontefici che si sono succeduti hanno tradizionalmente reso pubblici i loro messaggi per queste giornate nel primo giorno dell’anno.
I diversi nomi della pace. Una lettura, sia diacronica che sincronica, di questi messaggi ne coglie, oltre al significato genuino, l’attualità e la storicizzazione, incentrandosi ora su un aspetto ora sull’altro che costituiscono i fondamenti della pace. Così, taluni messaggi hanno posto in rilievo la verità, altri la giustizia, altri ancora la libertà o l’amore-solidarietà (cioè i quattro pilastri individuati da Giovanni XXIII nella sua enciclica). Sarà poi la volta di nuovi punti focali per la costruzione della pace, come la riconciliazione o il dialogo, ed altri ancora.
La pace nei messaggi di papa Francesco. Nei dodici messaggi per le Giornate Mondiali della Pace, proposti dall’attuale pontefice dal 2014, emerge un ricco paradigma della pace. Cuori irrorati dalla fraternità, vite liberate dalla schiavitù, sguardi capaci di vincere l’indifferenza, semi di nonviolenza per promuovere la pace. Ma anche mani tese verso migranti e rifugiati, passi ispirati dalla buona politica e cammini di dialogo e di riconciliazione. Uno sguardo rivolto verso questi orizzonti carichi di speranza è quello che illumina i messaggi di papa Francesco per le Giornate Mondiali della Pace. Pur intrecciandosi con la realtà di una società deformata da vari vizi, è uno sguardo sempre legato alla speranza cristiana, al volto di Gesù.
Dagli insegnamenti e dalle esortazioni di Papa Francesco per la pace, emerge il nitido profilo di un denso magistero, così come evidenziato dai titoli dei suoi messaggi che può essere utile elencare.
1° Gennaio 2014 – 47ma Giornata mondiale della pace: «Fraternità, fondamento e via per la pace»;
1° Gennaio 2015 – 48ma Giornata mondiale della pace: «Non più schiavi, ma fratelli»;
1° Gennaio 2016 – 49ma Giornata mondiale della pace: «Vinci l’indifferenza e conquista la pace»;
1° Gennaio 2017 – 50ma Giornata mondiale della pace: «La nonviolenza: stile di una politica per la pace»;
1° Gennaio 2018 – 51ma Giornata mondiale della pace: «Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace»;
1° Gennaio 2019 – 52ma Giornata mondiale della pace: «La verità vi farà liberi»;
1° Gennaio 2020 – 53ma Giornata mondiale della pace: «La Pace come cammino di speranza: dialogo, riconciliazione e conversione ecologica»;
1° Gennaio 2021 – 54ma Giornata mondiale della pace: «La cultura della cura come percorso di pace»;
1° Gennaio 2022 – 55ma Giornata mondiale della pace: «Dialogo fra generazioni, educazione e lavoro: strumenti per edificare una pace duratura;
1° Gennaio 2023 – 56ma Giornata mondiale della pace: «Nessuno può salvarsi da solo. Ripartire dal Covid-19 per tracciare insieme sentieri di pace»;
1° Gennaio 2024 – 57ma Giornata mondiale della pace: «Intelligenza artificiale e pace;
1° Gennaio 2025 – 58ma Giornata mondiale della pace: «Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace»
Il messaggio del 2025. Per la 58ma edizione della Giornata Mondiale della Pace, dal titolo «Rimetti a noi i nostri debiti, concedici la tua pace», il papa rivolge il proprio augurio di pace in particolare agli uomini e alle donne che si sentono prostrati dalla propria condizione esistenziale, condannati dai propri errori, schiacciati dal giudizio altrui e senza più alcuna prospettiva per la propria vita.
Nell’anno giubilare che «ci spinge a ricercare la giustizia liberante di Dio su tutta la terra», dobbiamo metterci in ascolto del grido disperato di aiuto che si leva da più parti della terra (cfr Gen 4,10) e che il Signore non smette mai di ascoltare. Ciascuno di noi deve sentirsi in qualche modo responsabile della devastazione a cui è sottoposta la nostra casa comune, afflitta da conflitti, disparità, trattamenti disumani riservati alle persone migranti, degrado ambientale, confusione colpevolmente generata dalla disinformazione, rigetto di ogni tipo di dialogo, cospicui finanziamenti dell’industria militare. Per rompere le catene dell’ingiustizia, servono cambiamenti culturali e strutturali, continua il pontefice. Dobbiamo ricordarci che i beni della Terra sono destinati non solo ad alcuni privilegiati, ma a tutti, e che quando la gratitudine viene meno l’uomo non riconosce più i doni di Dio. Nella sua misericordia infinita, però, il Signore non abbandona gli esseri umani che peccano contro di Lui e offre loro il perdono della salvezza.
Papa Francesco suggerisce tre azioni che possano ridare dignità alla vita di intere popolazioni e rimetterle in cammino sulla via della speranza: una consistente riduzione, se non proprio il totale condono, del debito internazionale, riconoscendo il debito ecologico; un impegno a promuovere il rispetto della dignità della vita umana, dal concepimento alla morte naturale; l’utilizzo almeno di una percentuale fissa del denaro impiegato negli armamenti per la costituzione di un fondo mondiale per l’eliminazione definitiva della fame e per lo sviluppo sostenibile.
E il pontefice così conclude: «Cerchiamo la pace vera, che viene donata da Dio a un cuore disarmato; un cuore che non si impunta a calcolare ciò che è mio e ciò che è tuo; un cuore che scioglie l’egoismo nella prontezza ad andare incontro agli altri; un cuore che non esita a riconoscersi debitore nei confronti di Dio e per questo è pronto a rimettere i debiti che opprimono il prossimo».
Che questo che inizia sia un anno per sognare un mondo in pace e che la nostra azione collettiva risponda concretamente a questo desiderio di speranza, nello spirito del Giubileo.
- Immagini in evidenza: Archivio fotografico Cammino