SIRACUSA – Non poteva non iniziare che con uno slittamento dell’orario previsto sulla tabella di marcia la solenne messa con la quale, ieri sera, l’ arcidiocesi tutta ha accolto al santuario della Madonna delle lacrime la reliquia del corpo di S. Lucia.

La celebrazione eucaristica, in programma alle 16, è iniziata due ore dopo ma poco ha importato, ai fedeli che gremivano il tempio mariano ed a quanti hanno salutato nel tragitto di trasferimento dall’idroscalo di via Elorina la reliquia, tutto ciò, come documentato passo passo sulla “diretta” della nostra pagina web e dalle fotografie postate sulla nostra pagina Facebook.

Il corpo della vergine martire, figlia eccelsa della città, è di nuovo a Siracusa ed i suoi concittadini questa vicinanza vogliono vederla, sentirla, palparla, odorarla se fosse possibile! Ad inizio della solenne concelebrazione eucaristica -presenti le massime autorità civili e militari della città e della provincia tutta, a partire dal prefetto, dal procuratore della Repubblica, dai presidenti dei tribunali di Siracusa e Catania, dai senatori e deputati nazionale e regionali, sindaci anche oltre provincia – l’arcivescovo mons. Francesco Lomanto ha rivolto un caloroso saluto al Patriarca di Venezia, Francesco Moraglia che ha presieduto il rito, “a nome della Chiesa di Siracusa per aver accolto subito -sin dal maggio 2022- con singolare sensibilità ed intima fraternità la mia richiesta di poter traslare temporaneamente, ancora una volta, la reliquia del venerato Corpo di Santa Lucia a Siracusa. Per noi -ha sottolineato- è un dono grande. Sono giorni di grazia che ci permettono di crescere nella comunione tra le nostre Chiese nella testimonianza della nostra cara Santa Lucia”, così come enunciato -ha continuato ancora mons. Lomanto- da “papa Francesco nella lettera che ci ha indirizzato per questo Anno Luciano”. Per l’arcivescovo “la presenza del Corpo di Santa Lucia a Siracusa suggerisce una profonda riflessione sull’essere, insieme a lei, un solo Corpo in Cristo Gesù, sull’urgenza di superare i condizionamenti propri del nostro temperamento, della nostra cultura e delle nostre relazioni personali, per compiere il primo passo verso gli altri ed essere lievito e luce nella cultura e nella società del nostro tempo. Il pellegrinaggio di Santa Lucia, da Venezia a Siracusa, ci introduce al Giubileo che ci vuole “pellegrini di speranza”, per camminare insieme con tutta la Chiesa, sospinti dal soffio dello Spirito Santo”.

Il sindaco di Siracusa, Francesco Italia, a nome della città, nel ringraziare le chiese di Venezia e Siracusa che hanno permesso l’eccezionale evento, ha voluto valorizzare l’esempio di Lucia attualizzandolo: “Accettando il martirio, Lucia non si piegò ai suoi carnefici ma li affrontò a viso aperto. E la sua sfida – ha sottolineato il primo cittadino –  è la sfida dell’umanità impegnata nella ricerca della luce di cui ieri abbiamo celebrato la festa.

Una ricerca che, in questi tempi tumultuosi e incerti, ci deve spingere a fare nostre le sofferenze del Santo Padre papa Francesco e i suoi incessanti appelli per l’accoglienza e la solidarietà, in favore dei poveri e contro le guerre che sempre più minacciose stanno sconvolgendo il mondo come le metastasi di un cancro”.

Con il patriarca di Venezia e monsignor Lomanto hanno concelebrato il cardinale Paolo Romeo, il presidente della conferenza episcopale siciliana mons. Antonino Raspanti, vescovo di Acireale, mons. Antonio Rumeo, vescovo di Noto, mons. Davide Carbonaro, arcivescovo di Potenza. Al patriarca di Venezia è stato fatto dono di una riproduzione del pannello frontale del simulacro di Santa Lucia che raffigura il seppellimento della martire, celeberrima opera del Caravaggio.

“Accogliendo -ha detto nell’omelia mons. Francesco Moraglia– il messaggio divinino che ci hanno trasmesso (ndr, le letture proposte per la celebrazione eucaristica), chiediamo che questi giorni con santa Lucia siano preziosi e ricchi di gioia per attingere alle sorgenti della salvezza e progredire sulla via della santità…Lei oggi ci indica Gesù, ci aiuta ad entrare nel suo mistero e ci aiuta a credere, amare e sperare come Lei ha fatto… ci introduce e ci guida anche all’ingresso dell’anno santo che sta per cominciare e potremo dire che vediamo in Lei la prima “pellegrina” che può rendere tutti noi come quei “pellegrini di speranza” di cui parla papa Francesco all’inizio della bolla di indizione del Giubileo”. Il presule ha detto di essere stato colpito dalle parole del Papa rivolte nel suo messaggio alla chiesa siracusana in occasione della traslazione temporanea del corpo di Santa Lucia: “C’è luce dove ci si scambiano doni, dove il tesoro di uno è ricchezza per l’altro”. Ha proseguito il patriarca: “Le reliquie di Santa Lucia ci ricordano la realtà dell’incarnazione di Dio che celebreremo con grande gioia tra pochi giorni nel Santo Natale del Signore Gesù, ma anche ricordano la visibilità e la realtà umana della chiesa, fatta di uomini e donne concrete”. Santa Lucia -ha detto ancora- giovane martire, cioè “testimone”, “è stata martire della fedeltà nel sì detto a Cristo nel battesimo e mai revocato, anche a prezzo della vita…Il martire, ossia il testimone, offre il dono più grande: l’unica vita che possiede e, nel caso di chi è giovane come Lucia, una vita che è soltanto sbocciata e non ha ancora potuto fruttificare. Chi è il martire, chi è il testimone? E’ chi partecipa di una sapienza particolare, ossia chi sa cogliere come tutta la storia e tutto il tempo -e, quindi, anche la sua storia e il suo tempo- siano orientati all’eternità, alla risurrezione. Vero martire/testimone è colui o colei che sa cogliere il tempo nella prospettiva dell’eternità che comprende tutto a partire da quello che realmente rimane”. Non solo martire ma anche vergine, Lucia: “Per questo guardando a Lucia anche noi, oggi, possiamo vedere un tratto del volto materno e sponsale della chiesa…Nel suo essere vigilante e totalmente rivolta nella sua “integrità” al Signore Lucia oggi splende come immagine femminile della Chiesa…è davvero esempio e sollecitazione per sostenere e rinvigorire il nostro cammino di fede…Nella preghiera chiediamo allora anche noi, con semplicità e con fiducia, a santa Lucia di sostenere e agevolare il nostro cammino in questa vita”. Infine la virtù della speranza che ha pervaso Santa Lucia alla cui intercessione rivolgerci -ha concluso il patriarca- perché “chiediamo nella preghiera a Dio Padre -che ha glorificato Lucia tra i santi “con la duplice corona della verginità e del martirio”- il dono “di superare con forza ogni male per raggiungere la gloria del cielo” (dalla liturgia)”.

Appena conclusa la messa presieduta dal patriarca di Venezia Francesco Moraglia. Lucia è con noi. I fedeli adesso accompagnano la reliquia del corpo di Santa Lucia nella basilica del Sepolcro.

Tanto altro ancora c’è da raccontare per questo rientro di Lucia per il luminoso pellegrinaggio verso Agata, che Cammino sta documentando per le prossime pubblicazioni, come merita la “cronaca che si fa storia”.

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