CARLENTINI – Un sogno diventato realtà. Un sogno che è stato da sempre custodito nel cuore dei devoti, in particolare dei devoti di Carlentini e Belpasso, città delle quali la martire siracusana è patrona e protettrice. Date storiche che rimarranno impresse nel cuore e nella mente dei devoti di Santa Lucia. Il 26, 27 a Carlentini e il 27 e 28 a Belpasso i devoti accoglieranno le sacre spoglie della martire siracusana. Tutto questo è stato possibile grazie alla deputazione della Cappella di Santa Lucia di Siracusa guidata dal presidente Pucci Piccione, all’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto, al patriarca di Venezia Francesco Moraglia, all’amministratore della parrocchia dei Santi Geremia profeta e Lucia vergine di Venezia don Gianmatteo Caputo ai sacerdoti diocesani, ai parroci di Carlentini don Salvatore Siena, della chiesa Madre Collegiata Maria SS. Immacolata di Belpasso e S. Lucia don Nunzio Mauro Chirieleison ed al presidente del Circolo cittadino di Santa Lucia Alfio Consoli. Fede, devozione, tradizione, luce e speranza. Carlentini e Belpasso si preparano a riabbracciare la Santa patrona Lucia e lo faranno con uno spirito diverso rispetto agli anni passati.
A Carlentini le sacre spoglie saranno accolte per la prima volta nella storia, città che la venera come propria “Patrona, protettrice ed avvocata” sin dal 15 marzo 1621, quando i giurati che in quel momento governavano il paese misero sotto la protezione della santa la città. Sulle orme di Santa Lucia, il popolo carlentinese per 403 anni ha chiesto l’intercessione della patrona. Lei ha sempre protetto la città ed i suoi abitanti: tanti segni di benedizione e protezione. La prima volta, da viva, lo fece – secondo la tradizione agiografica – nel febbraio del 301 dopo Cristo; poi, molti secoli dopo, sarebbe stata fondata dagli spagnoli la “Caesarea et inexpugnabiłis” Carlentini
Le spoglie di santa Lucia ritorneranno per la terza volta in Sicilia — la prima fu nel 2004 nella ricorrenza del XVII centenario del martirio e la seconda nel 20ł4- e saranno a Siracusa dal 14 al 26 dicembre. Poi saranno traslate a Carlentini e Belpasso, infine, dopo un passaggio ad Acicatena, il corpo sarà traslato nella cattedrale di Catania. Da oltre quattro secoli, dunque, Carlentini proclama santa Lucia come propria patrona e le rende il 13 dicembre e la quarta domenica di agosto d’ogni anno solenni festeggiamenti. Una devozione antica che ha appunto il suo fondamento nel recupero di un elemento agiografico secondo il quale la vergine e martire siracusana si sarebbe fermata sul pianoro del colle Meta. Le stesse fonti luciane, quelle alle quali fanno riferimento gli studiosi per ricordare le gesta della martire siracusana, confermano il suo pellegrinaggio per raggiungere Catania e il sepolcro di Agata. Con Lucia c’erano la madre Eutichia e molti altri concittadini siracusani. I più importanti atti che narrano il martirio di Lucia sono la “Passio Sanctae Luciae virginis er martyris”, in lingua latina, e il “Martirio della santa vergine di Cristo Lucia”, in lingua greca, conosciuto come Codice Papadopulo, poiché scoperto da Giorgio Papadopulo, sacerdote di rito greco di Palazzo Adriano. Nel Codice Papadopulo, databile al V secolo e considerato il racconto più antico giunto fino a noi su santa Lucia, si legge: «Essendosi propagata per tutta la Provincia (di Sicilia) la fama della gloriosa ed invitta martire S. Agata, a causa dei miracoli da Lei operati, anche la cittadinanza di Siracusa si recò nel sacro tempio della Martire per pregare. Tra gli altri Lucia venne nel tempio nel giorno della festività di S. Agata, il 5 febbraio del 301, insieme con la madre di nome Eutichia, la quale soffriva da quarant’anni di un flusso di sangue, sebbene avesse fatto spese, dirò quasi, immense per i medici, senza conseguire alcun lenimento al suo male».
La memoria del pellegrinaggio a Catania di Lucia e della madre Eutichia, e dunque della sosta sul pianoro della Meta per ritemprarsi dalle fatiche del viaggio, fu mantenuta viva per secoli dagli abitanti di Lentini. Carlentini, infatti, città-fortezza ipotizzata dal viceré Ferrante Gonzaga dopo il terremoto del 1542, che avrebbe dovuto accogliere all’interno delle proprie mura gli abitanti della vicina Lentini, esposti alle scorrerie barbariche qualora si fosse verificata un’occupazione stabile del golfo di Augusta da parte dei turchi, fu fondata solo all’’inizio della seconda metà del XVI secolo, nel 1551. Santa Lucia fu proclamata ufficialmente “Patrona, Protettrice ed Avvocata” di Carlentini settant’anni dopo la fondazione della città da parte degli spagnoli. Una visita attesissima che arriva al termine dell‘Anno Luciano indetto dall’arcivescovo Francesco Lomanto per l’occasione. L’arrivo delle sacre spoglie della martire siracusana a Carlentini, Belpasso, Acicatena e Catania e la loro venerazione dovrà servire ad un risveglio della devozione, ma anche della fede in un momento particolare della vita e della storia dell’umanità. L’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto nella lettera inviata ai sacerdoti e fedeli per l’apertura dell’avvento mette al centro la presenza del corpo della martire. “La presenza del Corpo di Santa Lucia ‒ che porta nel suo nome il segno della luce di Gesù ‒ sostiene il nostro cammino di fede, consolida l’impegno della santità e della carità, facendoci testimoni veraci della morte e della risurrezione del Signore”. E quindi “come Santa Lucia aneliamo alla santità per essere, innanzitutto, discepoli del Signore, trasparenza viva della sua presenza. Inseriamoci pienamente in Cristo per crescere nella santità di vita e per illuminare la vita degli altri con la luce divina che dà senso e valore, che indica la giusta direzione del cammino, che ravviva la speranza nel cuore dei credenti”.
L’arcivescovo di Catania Luigi Renna nella nota pastorale per il Giubileo 2025 dal titolo: “Cristo è sorgente di speranza! L’Anno Santo nella Chiesa di Catania, apre l’anno giubilare con la presenza delle sacre spoglie di Santa Lucia e il busto reliquiario della martire Agata. Per la prima volta, ritorneranno insieme. Un momento molto significativo per dire che la fede e la devozione dei siciliani è legata alle due donne martirizzati per “testimoniare la fede cristiana”. La presenza di Lucia e Agata è un segno visibile per invitare i propri devoti ad essere “pellegrini di speranza”.
- Servizio dedicato alla storica “visita” di Lucia in pellegrinaggio verso Agata, pubblicato nel numero tipografico di Cammino, 13 12 2024.
- Nella immagini in evidenza: il corpo di santa Lucia appena arrivata a Carlentini.