Don Vincenzo Cafra, 52 anni, già parroco della chiesa di San Giovanni Apostolo ed Evangelista di Sortino, è stato assolto “perché il fatto non sussiste” dall’accusa di estorsione.
Giudicato con il rito abbreviato, alle 15.30 di oggi il gup Andrea Migneco ha letto il dispositivo della sentenza, riservandosi 90 giorni per il deposito delle motivazioni.
Nell’ottobre del 2023 dopo la denuncia del titolare di un’agenzia di pompe funebri, il gup del Tribunale di Siracusa aveva convalidato l’arresto e applicato la misura cautelare del divieto di dimora a Sortino.
Don Vincenzo Cafra, difeso dall’avvocato Francesco Fazzino, già nel corso dell’udienza di convalida dell’arresto aveva respinto tutti gli addebiti che gli erano stati contestati secondo quanto ricostruito dalle indagini, coordinate dalla Procura di Siracusa, negando di aver fatto pressioni e imposto la tariffa di 100 euro per ogni funerale all’agenzia di pompe funebri e spiegando che era diffusa l’abitudine dare un’offerta alla parrocchia in occasione del rito funebre.
L’arcivescovo di Siracusa, Francesco Lomanto, aveva espresso la sua vicinanza al sacerdote per la triste accusa, rimanendo in attesa degli sviluppi della vicenda giudiziaria, assicurando la sua preghiera per don Vincenzo e per la comunità della Chiesa Madre.
La vicenda aveva avuto subito avuto un’eco mediatica nazionale e turbato non poco la comunità iblea.
Papa Francesco, inoltre, proprio in quei giorni, intervenendo in occasione della diciottesima Congregazione generale del Sinodo dei vescovi sulla sinodalità, aveva ribadito: «È doloroso trovare in alcuni uffici parrocchiali “l’elenco dei prezzi” dei servizi sacramentali come in un supermercato. O la Chiesa è il popolo fedele di Dio in cammino, santo e peccatore, o finisce per essere un’azienda di servizi vari, e quando gli agenti pastorali prendono questa seconda strada, la Chiesa diventa il supermercato della salvezza e i sacerdoti semplici dipendenti di una multinazionale».