Il silenzio ha risuonato nel mondo alla notizia del ritorno a Casa di papa Francesco. Si è chiusa un’altra grande pagina nella storia della Chiesa, una pagina sulla quale sarà necessario tornare spesso per non rimanere disancorati dal mondo. Il sussulto alla notizia della morte di Franciscus e il silenzio per la paura del domani in un presente tanto incerto, dilaniato, oscurato nella speranza, per tanti popoli privato dei diritti fondamentali; la paura di un rischioso abisso è diffusa.
Poi le lacrime versate da tutti coloro che hanno visto in Papa Francesco l’unica luce, riverbero di una Luce più grande, che verso quella luce hanno rivolto i loro sguardi affinché divenisse luce interiore.
Una parola necessaria, “grazie!”, solo sei lettere ancora annodate nella forte emozione di aver perso Papa Francesco, il Papa profondamente uomo, sapientemente cristiano, incredibilmente umile nella vocazione sacerdotale che lo ha accompagnato in tutti i passi del suo pontificato. Franciscus, voce autorevole per il mondo intero, pastore ‘per tutti’, innamorato dell’umanità intera della quale ha accolto pregi e limiti guardando solamente alla potenziale ricchezza presente in ciascun essere umano.
Il lunedì dell’Angelo dell’anno giubilare 2025 non sarà facilmente dimenticato. Un giorno speciale nel grande cammino pasquale. Certamente per Dio nulla è casuale.
Risuona forte e chiara adesso la voce di Papa Francesco! Ed è adesso che bisogna riascoltarla.
La strenua difesa dei poveri e la lotta alla cultura dello scarto hanno aperto orizzonti nuovi, sollecitato migliaia di persone in un cambio di rotta, anzitutto personale. Una voce in difesa degli ultimi è divenuta contemporaneamente scomoda ma necessaria per comprendere che per una nuova umanità bisogna lasciare spazio all’altro, viaggiare nella vita con valigie leggere.
L’invito continuo di Francesco a vivere e cercare sempre la verità in Gesù , abbandonando la tentazione della ricchezza e del raggiungimento di ruoli di potere è scomodo ma necessario per lasciare spazio al fratello. E quindi la scelta dell’essenziale, che è l’Amore di Dio. La Chiesa sognata e voluta da Papa Francesco è la Chiesa semplice, povera, aperta all’accoglienza delle differenze, ad una reale convivialità dei popoli, all’annullamento delle sopraffazioni.
La difficile ricerca dell’unità della Chiesa, il volere di Gesù, “che tutti siano uno” è stato per il Pontefice il punto di forza, un sogno da realizzare. I grandi incontri con i Patriarchi della Chiesa d’Oriente, i rinnovati abbracci con i responsabili delle altre fedi religiose rimangono a testimonianza.
E non ultimo la voce ferma, continua, decisa contro le guerre. L’urlo di pace di Papa Francesco continuerà a risuonare e tutti saranno obbligati a sentirlo. L’urlo contro le prepotenze, il riarmo, le ingiustizie…tutto rimane scritto e affidato alle personali responsabilità.
Oggi, il ritorno a Casa di Papa Francesco lascia grandi compiti alla comunità cristiana e al mondo intero. È il tempo di un silenzio ricamato di riflessione, di una presa di coscienza disegnata tratto a tratto con grande perizia, di nuovi progetti realizzati con armonia per dare vita a nuove sinfonie capaci di far vibrare i cuori dell’umanità tutta.
Adesso Papa Francesco guarda tutto da una porta privilegiata. Guarda me, guarda te, guarda noi tutti, guarda alla Chiesa, la Chiesa per la quale ha sofferto, ha sorriso, ha sperato, ha progettato. Adesso papa Francesco attende donne e uomini nuovi!