Sortino, undici Aprile, le campane suonano a festa nel tardo pomeriggio per rallegrare la comunità cittadina: la chiesa madre, San Giovanni Apostolo ed Evangelista, dopo undici mesi di chiusura, viene nuovamente riaperta al culto, dopo gli interventi di manodopera per le dovute precauzioni poste sul soffitto dell’edificio ecclesiastico.

La chiusura pubblica si era resa necessaria, poiché durante le ore pomeridiane di martedì sette maggio scorso, a causa di infiltrazioni, abbondanti pezzi di stucchi decorativi si erano riversati sul pavimento, impedendo quindi l’accesso ai fedeli per le consuete funzioni religiose quotidiane.

La tenacia di don Luigi Salonia, attualmente Amministratore Parrocchiale, è stata necessaria per la coesione delle autorità preposte circa la responsabilità del monumentale edificio, eretto in quaranta anni, tra il 1734 e il 1778.

Grondanti quindi di felicità le parole di don Luigi nel dare l’annuncio ai fedeli:”Domenica prossima, giorno tradizionalmente designato per l’inizio della Grande Settimana Santa, della Settimana Autentica, Domenica delle Palme, ci raduneremo esultanti presso il Santuario dell’Annunziata e da lì alle 10.30, processionalmente con le palme e gli ulivi, festanti rientreremo nella nostra amata Chiesa Madre. Sarà certamente un momento di grande gioia per l’intera comunità; accompagnando Gesù che entra trionfalmente a Gerusalemme, anche noi faremo il nostro rientro in quella che per tutti noi sortinesi è in fondo una piccola “Sion”, della quale tutti diciamo che è “madre” perché tutti in essa siamo nati (Sal 87, 5-6)”.

La chiesa si presenta come il più sontuoso luogo sacro del paese ibleo, di arte barocca siciliana, luogo molto caro ai sortinesi, i quali hanno dimostrato prontezza ed efficienza nella pulizia effettuata in pochissimo tempo, per la riapertura nei giorni della Grande Settimana Santa. All’interno, opere di inestimabile valore come l’organo settecentesco di Donato Del Piano, adornano le navate. Il pulpito, i quadri e le statue rendono lo spazio sacro una magnifica immaginazione della Chiesa “Gerusalemme che è in alto”. Essa si raduna come campo di Dio, vigna scelta, piantata dal celeste Agricoltore il quale la ama, nutre e cura.

  • Immagine in evidenza: Nunzio Bruno
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