Muoversi a Siracusa è ormai un’odissea quotidiana. Lavori stradali infiniti, buche che diventano voragini e un traffico congestionato a qualsiasi ora del giorno rendono gli spostamenti un incubo. A questo si aggiungono parcheggi selvaggi, soste vietate, motocicli abbandonati sui marciapiedi e un’eccessiva presenza di auto private. Motociclisti ignorano le regole del Codice della Strada, ciclisti si muovono con un senso di precedenza assoluto e pedoni poco rispettosi complicano ulteriormente la situazione.
Come se non bastasse, le rappresentazioni classiche al Teatro Greco bloccano interi settori della città, impedendo qualsiasi movimento nelle aree limitrofe.
Mancate sanzioni e viabilità fuori controllo
L’elemento più critico resta l’assenza di controlli e sanzioni per chi ostacola la circolazione: auto parcheggiate in punti vietati, autobus turistici che sostano dove capita, creando code chilometriche e impedendo il transito dei mezzi di soccorso. Questi ultimi, in caso di emergenza, potrebbero rimanere bloccati in un ingorgo insostenibile.
Possibile che non sia stato ancora elaborato un piano efficace per garantire una mobilità sostenibile?
Soluzioni concrete per un futuro vivibile
Una città moderna non può permettersi il caos quotidiano. Servono misure urgenti e praticabili, tra cui:
- Parcheggi esterni e navette: Gli autobus turistici devono sostare fuori dal centro, con servizio di trasporto dedicato.
- ZTL e aree pedonali: Limitare il traffico nelle zone critiche migliorerebbe la vivibilità urbana.
- Sanzioni per le soste selvagge: Senza multe e controlli, il disordine continuerà a peggiorare.
- Revisione dei parcheggi su Viale Teocrito: Il restringimento della carreggiata è un ostacolo per i mezzi di soccorso e va ripensato.
Non c’è più tempo da perdere
Continuare ad aspettare le elezioni o un “cambio della guardia” per vedere miglioramenti è inconcepibile. Siracusa merita una mobilità efficiente e sostenibile, non il caos di oggi. La vivibilità urbana non può essere un lusso: è un diritto per tutti i cittadini.