Stamattina alle ore 11 in diretta streaming è stato ricordato il giornalista Mario Francese, vittima di mafia. Evento organizzato da Assostampa Siracusa, l’Associazione Sicilia della Stampa, il Gruppo Cronisti siciliani e l’Ordine dei giornalisti di Sicilia, hanno ricordato la memoria di Mario Francese con un incontro formativo, per i giornalisti e studenti di alcune classi del Liceo Classico Gargallo di Siracusa, che trae spunto dagli insegnamenti di chi il mestiere lo ha sempre fatto con il taccuino in mano alla ricerca di notizie certe. Il titolo dell’evento on line: “Leggi bene le carte e parla con la gente. La memoria, la nostra storia: 42 anni dopo. Il giorno di Francese:” Un modello necessario anche per raccontare la pandemia.

La sera del 26 gennaio 1979 il giornalista siracusano venne assassinato a colpi di pistola a Palermo da Leoluca Bagarella, davanti casa sua. Per il suo omicidio sono stati condannati: Totò Riina, Leoluca Bagarella (che sarebbe stato l’esecutore materiale del delitto), Raffaele Ganci, Francesco Madonia, Michele Greco e Bernardo Provenzano. Le motivazioni della condanna nella sentenza d’appello furono: «Il movente dell’omicidio Francese è sicuramente ricollegabile allo straordinario impegno civile con cui la vittima aveva compiuto un’approfondita ricostruzione delle più complesse e rilevanti vicende di mafia degli anni ’70».

Tra i relatori presenti: Prospero Dente, segretario Assostampa Siracusa; Roberto Ginex, segretario Assostampa Sicilia; Alberto Cicero, presidente Assostampa Sicilia; Massimo Ciccarello, fiduciario provinciale gruppo cronisti di Assostampa Sicilia (UNCI); il giovane Giacomo Carpinteri, presidio Libera “Mario Francese”; Giulio Francese, presidente Ordine dei giornalisti di Sicilia; lo studente Andrea Campanelli, blog “La voce del Gargallo”; Marcello Sorgi, editorialista La Stampa. Nella discussione è emerso che mafia e politica inquinavano allora le istituzioni, a quei tempi non doveva essere facile affrontare argomenti così difficili come quelle commistioni appunto tra la criminalità e la politica; non doveva essere facile avere a che fare e parlare anche con gli amministratori locali. Nell’attività di Mario Francese si concentra quello che possiamo definire giornalismo di impegno civile cioè la vita professionale che si lega a quel forte desiderio personale di dare risposte concrete ai tanti interrogativi che si pongono i cittadini rispetto ai fatti della nostra vita. Allora e anche ora la mafia, la sopravvivenza e resistenza è una questione che riguarda tutti noi che ci innesta direttamente. Evidenziato il messaggio di Papa Francesco che domenica scorsa alla vigilia della ricorrenza di San Francesco di Sales, patrono dei giornalisti, ha ricordato come l’invito a venire a vedere sia anche il metodo di ogni comunicazione umana. Per poter raccontare la verità della vita che si fa storia c’è scritto nel messaggio è necessario uscire dalla comoda presunzione del già saputo e mettersi in movimento e vedere e stare con le persone, ascoltarle. Un invito dunque a tornare a raccontare la realtà, a tornare a consumare la suola delle scarpe ma anche un ringraziamento e al coraggio e all’impegno di tanti professionisti, tutti giornalisti, cine operatori, montatori e di registi che lavorano correndo grandi rischi.

E’ un monito rivolto a tutto e tutti a valutare criticamente le opportunità e le insidie del web. Non a demonizzare lo strumento- scrive il Papa- ma una maggiore capacità di discernimento e un più maturo senso di responsabilità sia quando si diffondono sia quando si ricevono i contenuti. Il messaggio di Papa Francesco, un invito ai giornalisti, agli editori e a tutti gli operatori dell’informazione che in tempo di pandemia, con redazioni sempre più vuote e cronisti costretti in molti casi a restare a distanza dei fatti e degli stessi luoghi di lavoro che ormai da quasi un anno lavorano in smart working quindi la difficoltà a trovare quella sintesi del dialogo all’interno della redazione. Il richiamo alla necessità di ritornare all’esistenza del giornalismo che è testimonianza e racconto di certa verifica attenta e scrupolosa.

Il messaggio del Papa è un messaggio importante occorre riscoprire il giornalismo di inchiesta, tornare a fare informazione sul campo. Si evince che fondamentale deve essere il coraggio che ai tempi del covid ci vuole pure un briciolo di sana follia che scaturisce da un amore viscerale per un mestiere che è sempre stato nobile e che purtroppo in tanti oggi vorrebbero cancellare. Concludiamo presentando il punto di domanda discusso dal giornalista Prospero Dente rivolto ai giovani: “perché gli studenti sentono il bisogno da un personaggio come Mario Francese? Perchè crediamo alle nuove generazioni, in questo coinvolgiamo anche le scuole. Gli studenti possono dare un grosso contributo nella diffusione delle informazioni ripagandoci di tanti sacrifici”.

Nella foto in evidenza, la cerimonia di oggi alla presenza delle autorità: il sindaco, Francesco Italia, il prefetto, Giusy Scaduto, e vertici di Polizia, Arma dei carabinieri, Guarda di finanza, Polstrada e Capitaneria di porto. La commemorazione, organizzata dall’Assostampa di Siracusa, ha visto presenti per i giornalisti il segretario provinciale dell’Assostampa, Prospero Dente, il consigliere dell’Ordine, Santo Gallo, e i rappresentanti delle articolazioni della categoria: Gruppo cronisti siciliani-Unci, Massimo Ciccarello, Gruppo uffici stampa, Francesco Di Parenti, e Unione cattolica stampa italiana, Salvo Di Salvo. Per la famiglia Francese, c’era il nipote di Mario, Carmelo Francese. La cerimonia si è svolta davanti alla lapide commemorativa collocata nel giardino intitolato dal Comune di Siracusa al giornalista ucciso, nell’area di Casina Cuti.

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