La Scaduto consegna le onorificenze di Mattarella a Cottini e Di Salvo
Anche quest’anno la provincia di Siracusa ha celebrato un due giugno ricco di eventi simbolici.
Per questo 76° anno il dinamismo e l’attenzione verso il territorio del prefetto Giusi Scaduto hanno coinvolto in una cerimonia a tappe la zona iblea. Un’attenzione significativa per l’area che più di tutte sta subendo la “desertificazione sociale” con la silenziosa ma non meno drammatica emigrazione giovanile dei “trolley”. Emozionante, a tal proposito, è stata la partecipazione giovanile sia di Palazzolo che di Ferla, così come la consegna della bandiera realizzata dai detenuti che espiano la loro pena in provincia.
Come più volte evidenziato nell’annuale messaggio ai Prefetti, letto alla presenza degli intervenuti, il presidente Mattarella ha continuato a ricordare l’importanza della scelta repubblicana degli italiani sottolineando, non a caso, la via democratica e di pace intrapresa e per la quale occorre sempre prestare attenzione.
Il mantenimento delle garanzie democratiche fino ad oggi, infatti, è il frutto di un quotidiano impegno di persone che a vario titolo difendono i valori costituzionali, svolgendo al meglio il loro compito: alcune fino al sacrificio estremo, come ci è stato ricordato nel trentesimo anniversario delle stragi mafiose di Palermo; altre in silenzio; altre ancora con le più dolorose forme di resistenza, come ci rammenta proprio in questi giorni la reazione ucraina all’invasione russa.
Gli Stati, inoltre, usano elementi simbolici per trasmettere di generazione in generazione i valori fondanti della comunità rappresentata: per l’Italia – ad esempio – secondo l’interpretazione data dai poeti Carducci e Pascoli- ha come bandiera il tricolore con il verde dei prati, il bianco delle montagne e il rosso del sangue versato per la sua unificazione; mentre il suo stemma è caratterizzato dalle foglie dell’ulivo della pace, della quercia dell’identità e della forza del suo popolo, dalla stella che rappresenta la penisola dai tempi dell’antica Grecia, dalla ruota dentata simbolo del lavoro.
Per sottolineare l’impegno dei tanti che concorrono quotidianamente al funzionamento della vita democratica della nazione, mutuando tradizioni antiche molto diffuse in epoca feudale, l’occasione del 2 giugno diventa anche l’occasione per consegnare appositi riconoscimenti a persone che si sono distinte nella vita sociale.

Da sinistra: Cottini, Scaduto, Di Salvo, Giansiracusa
Quest’anno, quindi, il prefetto ha consegnato l’onorificenza di “Ufficiale al merito della Repubblica Italiana” al Comandante Marittimo Sicilia della Marina Militare, Contrammiraglio Andrea Cottini, e quella di “Cavaliere della Repubblica ” al giornalista Salvatore Di Salvo.
La prima pergamena è stata consegnata con un “fuori programma”: come a segnare l’importanza dei valori democratici che maturano nelle famiglie italiane, il prefetto ha voluto “regalare” al Contrammiraglio Cottini un video messaggio con le congratulazioni del proprio figlio, impossibilitato a partecipare personalmente alla cerimonia perché in missione, essendo anche quest’ultimo un militare.
La seconda pergamena, infine, premia la persona di Di Salvo, da sempre firma di Cammino e recentemente eletto segretario nazionale dei giornalisti della stampa cattolica (Ucsi) nonché consigliere dell’Ordine dei Giornalisti di Sicilia, ed inoltre dà merito ad una categoria, quella dei giornalisti, che soprattutto in questi momenti di “transizione” svolgono un ruolo delicato nel dibattito democratico, assicurando una trasparente ricerca della verità. Ci associamo quindi al coro di auguri che hanno accompagnato i riconoscimenti del presidente Mattarella al comandante Cottini e al collega Di Salvo.
Questo due giugno, proprio per gli elementi simbolici messi in campo, non deve però limitarsi ai soli momenti scanditi dai gruppi musicali: in proposito, una menzione particolare va all’orchestra degli studenti del “Gargallo”.
Adesso che il tricolore issato per i festeggiamenti è stato ammainato, una nuova sfida si prospetta all’orizzonte per garantire la dignità del lavoro su cui si fonda la nostra stessa costituzione: l’embargo al petrolio russo mina la tenuta socio-economica della zona aretusea. La capacità di sviluppare un delicato equilibrio fra le sofferte motivazioni delle sanzioni europee e la terribile prospettiva del crollo economico di un intero comparto che sostiene gran parte dell’economia siciliana, misurerà ancora una volta quanto siamo degni del coraggio che hanno avuto i padri fondatori delle Repubblica Italiana.
E tutto questo dimostra ancora una volta che nessuno si può sentire escluso dalle quotidiane sfide che investono un sistema democratico, prima che sia troppo tardi.