Votare è un diritto-dovere. Ma quanti soldi ci vogliono per esercitare questo diritto?

Il conto è presto fatto. La spesa minima va da 170 a 300 milioni di euro a livello nazionale. Questi dati ovviamente non sono aggiornati, parliamo di cifre minime.

Il costo comprende il compenso dei presidenti, degli scrutatori e del servizio di trasporto delle schede elettorali, il compenso dei messi comunali, carabinieri, polizia municipale. A quanto elencato, bisogna aggiungere le spese di rimborso per biglietti di trasporto per elettori fuori sede.

E se decidessimo di risparmiare? Le proposte non mancano per accelerare i tempi di votazione, garantire procedure sicure, tempi rapidi di scrutinio, evitare ricorsi, puntare all’efficienza in termini di servizio, evitare spese superflue. Vi pare poco?

Ecco la proposta concreta. Si potrebbe mettere una postazione per il riconoscimento digitale tramite spid, dotato anche di impronta digitale, collocato nei principali quartieri (massimo 3 a comune) per far votare tutti i residenti dalle ore 00.00 di sabato alle ore 00.00 di lunedì. I dati verrebbero raccolti e lo scrutinio sarebbe rapido, veloce, sicuro, in tempo reale.

La gestione della procedura sarebbe sempre meno costosa di tutta la macchina burocratica attuale. I milioni risparmiati potrebbero servire per migliorare i servizi delle città: strade, rete idrica, pulizia della città, gestione del verde pubblico e molto altro.


Una sfida che è possibile cogliere e che farebbe tanto bene all’economia
. Unico problema: qualcuno avrebbe il coraggio di attuare questo progetto? Un atto di altruismo per garantire benefici a tutti i cittadini.

 

 

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