Tra poche ore scatta il torneo dei tornei, Wimbledon, arrivato alla 135ma edizione che, come diceva lui, lo Scriba, è come per un credente andare in Vaticano.
Quella che ci apprestiamo a vivere quest’anno è un’edizione particolare per ben due motivi. Il primo è legato alla guerra  russo-ucraina che oltre a destabilizzare il mondo da un punto di vista politico ed economico, si ripercuote inevitabilmente su tutto il resto e anche lo sport non ne è esente, vista l’estromissione dai nastri di partenza del torneo londinese dei tennisti e tenniste delle federazioni russe e bielorusse. Decisione questa che ha spaccato in due opinione pubblica e organi di stampa, visto e considerato che il tennis, Coppa Davis a parte, è uno sport individuale.
Secondo motivo è che sarà il primo Wimbledon senza Gianni Clerici, senza nessun filo di retorica, uno dei massimi giornalisti, ed è anche parziale definirlo così, di tutti i tempi e orgoglio italiano nel mondo: pensate che Italo Calvino lo ha sempre considerato uno scrittore prestato al giornalismo e allo sport. Nato nel 1930 in quel ramo del lago di Como, terra di sommi poeti e di fini penne, nonostante i non eccelsi risultati come tennista, praticamente è l’unico italiano, insieme a Nicola Pietrangeli, presente nella Hall of fame del tennis internazionale. Ha scritto più di 6000 articoli in carriera, autore di decine di libri su tanti argomenti, il più famoso rimane 500 anni di tennis, praticamente la Bibbia di questo sport, letto e  venduto anche negli angoli più sperduti e inaccessibili del globo, tanto che Enzo Biagi lo definì il libro italiano più famoso dopo Pinocchio. Per quanto riguarda la televisione con le sue telecronache ha ridefinito il modo di condurre, insieme, non dimentichiamolo, all’amico, collega e gemello diverso Rino Tommasi, altro mito, vivente, che il mondo ci invidia, contribuendo in maniera determinante ad avvicinare tanta gente a questa disciplina, come un pifferaio magico.
Tommasi oltre a lo Scriba, lo soprannominò Dottor Divago, perché in grado di raccontare altro durante i match, ma senza distrarre i telespettatori, che  invece restavano ammaliati . “Non sempre nelle cronache di Gianni troverete il risultato, ma troverete sempre la spiegazione della vittoria di un giocatore sul proprio avversario”. Si apriva il sipario sulla telecronaca e arrivava il motivetto “Bongo, bongo, bongo”, un must, con il quale si entrava nel mondo di Clerici e Tommasi. Incredibili tutta una serie di nomignoli e soprannomi affibiati a uomini e donne della racchetta, i più famosi : Venere nera-Venus Williams o l‘orso svedese-Bjorn Borg e via via tutti gli altri. Ammirava i giocatori leali ed educati L’aver e Federer su tutti, ma andava in brodo di giuggiole per i creatori, i cosiddetti “folli “e politicamente scorretti, McEnroe, Nastase, Pietrangeli, Gerulaitis e anche Paolino Canè che ribattezzato neuro-Cane’ per i suoi famosi scatti d’ira che al confronto il kirgios di oggi sembra un chierichetto. Ma il suo mito assoluto rimane la tennista francese Suzanne Lenglen, 5 volte vincitrice a Wimbledon poi scomparsa giovanissima per una leucemia.
Clerici se ne andato il giorno del 66mo compleanno di Borg, guarda caso sulla finale che lo svedese giocò contro McEnroe nel 1980, Clerici rimase 3h e 56minuti senza andare in bagno per non perdersi nemmeno uno scambio. Nel 1976 si dimise da Il giornale per raccontare il trionfo azzurro in Coppa Davis e sempre nel 1976 , durante lo storico Roland Garros vinto da Panatta ammise che poche volte nella sua vita aveva tifato così, nonostante tra i due non corresse buon sangue. Chissà cosa avrebbe pensato e scritto sulla nouvelle vague del tennis italico attuale che dopo decenni bui con Sinner, Musetti e soprattutto Berrettini ci vede sempre più protagonisti. Insieme a Rino Tommasi ci lascia un patrimonio immenso ed è colui che più di tutti ha saputo coniugare cultura e sport. Sono sicuro che da lunedì 28 giugno a domenica 3 luglio, giorno della finale, ovunque esso sia non si perderà un minuto del torneo, neanche per andare in bagno, e chissà se questa volta nell’anno che ci vede nuovamente estromesso dai Mondiali di calcio, qualche tennista italiano non regali a lui e a tutti noi una grande gioia.
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