A Lentini, nel giardino di una abitazione privata, è custodita una antica, sepolcrale, iscrizione marmorea in ritmici versi latini.

Malgrado evidenti segni di corrosione, il seguente testo (tetrastico in tre esametri e un pentametro) è tuttora leggibile:

“Ex venetis volitans oris hic sistit hirundo,

   Clara pedem, prolem gignit et aucta manet

   Hanc tribus ista magis

   formosam marmoream aedem

   Hocque sibi tumulum condidit

   atque suis.

  Antonius Rondeus”

Questa la traduzione:

Volando dai veneti lidi, qui si ferma l’illustre rondine, genera prole e questa stirpe, cresciuta, fondò questa più bella casa di marmo e questo tumulo per sé e per i suoi. Antonio Rondeo”.

Toccante la storia di questo illustre sconosciuto veneto, Antonius Rondeus,  che – come rondine – giunse nel nostro territorio, dove eresse una bella casa pensando pure al tumulo per sé e per i suoi familiari, ivi generati.

Mistero fitto sul personaggio “Rondeus”, che appare comunque teneramente sensibile al bello e alla poesia! Mistero pure sulla provenienza della massiccia lastra marmorea, localmente pervenuta attraverso numerosi decenni e diverse generazioni familiari.

Nonostante l’inesorabile scorrere del tempo, la misteriosa e ritmica iscrizione marmorea è oggi attentamente custodita, rinnovando legittima e commovente curiosità umana e storica.

 

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