Dopo cinquantacinque giorni passati invano dall’ultima riunione a Roma, il ministro Adolfo Urso su Rete 4, durante la trasmissione “Quarta Repubblica” aveva detto che per la grande raffineria siracusana “stiamo seguendo l’ipotesi di acquisizione”. E a meno di 40 giorni alla scadenza che avrebbe potuto determinare la chiusura delle raffinerie (Isab Sud e Isab Nord) che fanno capo al gruppo controllato indirettamente dalla compagnia russa Lukoil (perché dal 5 dicembre, a causa dell’embargo, l’impianto non avrebbe più potuto ricevere il petrolio russo e si sarebbe dovuto fermare) e dopo un’interrogazione urgente che il senatore siracusano Antonio Nicita, con la collega Annamaria Furlan, ha presentato al ministro per lo Sviluppo economico Urso, per garantire con azioni urgenti la continuità operativa dell’impianto di raffinazione di Priolo , il Comitato di Sicurezza Finanziaria del Mise ha rilasciato una “comfort letter” per Isab Lukoil di Priolo.
Ne ha dato notizia lo stesso senatore Nicita, specificando che la “comfort letter” ha chiarito ufficialmente e per la prima volta, che le operazioni dell’impianto Isab, sono fuori dal perimetro giuridico che fa scattare le sanzioni europee. La “comfort letter” permette di avviare immediatamente, da parte delle banche, linee di credito per contratti di import di petrolio non russo, anche di breve periodo, così da non interrompere, intanto, l’attività dell’impianto”. di programmare l’attività dell’impianto dopo il 5 dicembre e di accelerare, ove necessarie, eventuali integrazioni di garanzie economico-finanziaria pubblica (ad esempio, ma non solo, attraverso Sace).
L’Isab ha confermato la ricezione della nota del Comitato per la Sicurezza Finanziaria del ministero (nella quale viene chiarito come Isab, Lukoil Italia, Litasco e OAO Lukoil non siano oggetto di misure restrittive da parte dell’Unione Europea) e in una nota dichiara: “Ringraziamo vivamente il Governo per l’attenzione prioritaria che ha voluto dedicare alla questione, assieme alla Prefettura, a tutta la deputazione parlamentare del siracusano, ai sindaci e a tutte le parti sociali, ci auguriamo che possa così prendere avvio un processo di piena normalizzazione delle nostre attività a beneficio dello sviluppo economico e sociale del territorio e della Regione Sicilia”.
«La comfort letter rilasciata per Isab Lukoil di Priolo dal Comitato di Sicurezza Finanziaria, così come più volte chiesto e auspicato dal sindacato, è una notizia che incoraggia un cauto ottimismo su uno dei fronti critici della zona industriale siracusana, ma non per questo sufficiente. La nostra mobilitazione continua affinché tutti i fronti di crisi aperti diventino centrali in una piattaforma Siracusa che guarda ad un unico obiettivo: salvaguardia del lavoro e, con esso, dell’intera economia provinciale».
Questo il commento dei segretari generali di Cgil, Cisl e Uil territoriali, Roberto Alosi, Vera Carasi e Luisella Lionti, alla notizia della garanzia giuridica dello Stato che riapre le linee di credito per la raffineria di Priolo.
Sono stati così scongiurati i timori che dal prossimo 6 dicembre potessero essere mandati a casa i poco più di mille dipendenti diretti e restassero senza lavoro i 1.930 lavoratori dell’indotto. Come hanno più volte spiegato i vertici di Confindustria, sono inoltre almeno diecimila i posti di lavoro che rischiavano seriamente di saltare, perché ogni impresa è direttamente interconnessa alle altre di tutta l’area industriale siracusana tra Priolo, Augusta e Melilli.
Un altro problema attualissimo che interessa l’area industriale è un’inchiesta giudiziaria che si articola su due fronti: uno riguarda il depuratore consortile, l’altro riguarda la società “Priolo Servizi”, che gestisce gli scarichi delle aziende del comprensorio industriale. L’augurio di tutti è che si risolva positivamente e in tempi brevi, perché rischia di portare al fermo degli impianti“.
A prescindere da ciò, è indispensabile che ai positivi commenti registrati oggi da Confindustria, politici e parti sociali, corrisponda un concreto e sollecito impegno per un piano di medio-lungo periodo, che – anche utilizzando parte dei fondi del Pnrr – possa coniugare riconversione industriale, rilancio occupazionale e risanamento ambientale dell’intera area, che raffina circa il 22% del fabbisogno del greggio italiano.