Titolo della settimana: Fuga per la vittoria di John Huston.
Il rapporto tra settima arte e lo sport più popolare non è mai stato facile, nonostante nel corso degli anni qualche chicca non è mancata. Nel 1981 ci pensa una leggenda come John Huston ad alzare l’asticella con Fuga per la vittoria, che riesce in un sol colpo ad amalgamare cinema bellico e calcio, ispirandosi ad un episodio realmente accaduto, la partita della morte del 1942 tra ufficiali del terzo Reich e giocatori ucraini. Huston trasforma la vicenda in un film, scegliendo personalmente un cast di star e assi del pallone, dimostrandosi il vero stratega di questa riuscita operazione.
Tutto inizia, anno 1943, in un campo di concentramento nei pressi di Parigi, dove l’ufficiale tedesco Steiner riconosce tra i prigionieri Colby, famoso giocatore inglese.
L’ufficiale non ha mai digerito che la nazionale tedesca non abbia mai vinto contro gli inglesi e propone a Colby un incontro. I primi cercano propaganda positiva agli occhi del mondo, mentre i secondi progettano un piano di fuga da attuarsi tra il primo e il secondo tempo, ma la drammatica piega presa dall’incontro , con i nostri sotto di tre reti e in balia del gioco violento avversario, li porta ad un cambiamento dei piani. Avrete capito che siamo davanti al classico filmone che, nonostante qualche difetto e una dose di retorica, appassiona lo spettatore e fa sempre piacere rivedere, un tipo di cinema dove azione e dialogo breve e diretto conta più di ogni altra cosa, è il cinema di John Huston, di Melville, di Hill e Mann.
Un tipo di cinema al quale non si rinuncia. E in questo caso, più unico che raro, possiamo ammirare insieme Sylvester Stallone, Max Von Sydow e Michael Carine accanto a grandi assi come Bobby Moore, Deyna, Ardiles ed altri. E poi lui Edson Arantes do Nascimento, Pelé, O’ Rey, che si presentò all’appuntamento in forma splendida, nel 1941 aveva 41 anni, regalando giocate che aveva già fatto nella vita reale. A lui questo articolo è dedicato, icona mondiale che va oltre il rettangolo di gioco.
Tre curiosità, quando Michael Carine seppe che nel cast era incluso Pelé fece carte false per esserci, Stallone che di calcio era praticamente zero, fu allenato per due mesi dal portiere inglese Gordon Banks e infine Pelé, per la mitica rovesciata nell’incontro bastò un solo ciak, tra gli applausi della troupe. Trascinante la colonna sonora di Bill Conti. Al 25 posto tra i film sportivi della storia. Buona visione
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