La Lettera Pastorale dell’Arcivescovo Lomanto

“…una visione religiosa molto profonda e ben incarnata nella storia.”

Lo scorso 13 dicembre, nella ricorrenza della festa di Santa Lucia, l’arcivescovo di Siracusa mons. Francesco Lomanto ha pubblicato la Lettera Pastorale “In luce ambulamus – Con Santa Lucia camminiamo nella Luce di Gesù”.

Il documento si suddivide in tre parti: la luce della vita cristiana, la santità della vita cristiana, la profezia della verginità per il Regno. Il testo del presule si sviluppa in quarantaquattro intense pagine, ben corredate con ottime immagini fotografiche tutte centrate sulla figura della concittadina Lucia.

Le numerose riflessioni, indicazioni di mons. Lomanto manifestano e confermano all’attento lettore una visione religiosa molto profonda e ben incarnata nella storia. Viene ribadito che la fede è capace di illuminare tutta l’esistenza dell’uomo, come luce per la sua strada, che orienta il suo continuo cammino di crescita nel tempo, nella quotidianità della vita che lo mette in rapporto con la propria città, nel solco dei legami profondi con il nostro territorio.

La celebrazione diocesana dell’Anno luciano (13 dicembre 2023 – 20 dicembre 2024) costituisce il cuore della Lettera che esorta la Chiesa locale a rendere la propria testimonianza cristiana in quest’epoca che è stata definita postcristiana.

Mi piace evidenziare come il documento dell’Arcivescovo affermi che “nel nostro contesto particolare si osserva anche una lenta ma continua deriva verso un cristianesimo ridotto a religione civile”, come pure ribadisca che “oggi, come non mai, la nostra Chiesa siracusana deve disporsi in un nuovo impegno di evangelizzazione” che si sviluppi in azione nella storia, nella messa in pratica della Parola di Dio.

I temi trattati dall’Arcivescovo nella Lettera pastorale costituiscono, a mio parere, dimensioni e spinte di crescita anche per una visione meramente laica della vita locale nei nostri tempi; per fare un salto di qualità con i cittadini che vogliono riprendere un percorso di riscatto dagli atavici torpori siracusani.

Viene sostanzialmente riproposto un impegno di luce nella quotidianità, riscoprendo faticosamente – ma anche gioiosamente – il coraggio della speranza nei nostri giorni inquieti e pur sempre carichi di prospettive di bene. Le pagine della Lettera ravvivano propositi e iniziative per cammini di crescita, che non si rassegnano ad assistere al mero scorrere della storia ma vogliono attivamente partecipare per dare  contributi all’evoluzione del territorio tra le nuove generazioni.

In questo senso la Lettera mi pare che superi pure gli ambiti propriamente pastorali per una visione integrale a sostegno dell’Uomo, per le migliori esperienze di crescita civile, a cominciare proprio dall’imminente anno 2024 che bussa alle nostre porte.

Non resta quindi che guardare ancora avanti con profonda gratitudine all’Arcivescovo per l’auspicato cammino nella luce della fede, che possa rinnovare impegni a quanti amano i fecondi incontri di vita nel nostro territorio, con presenze creative.

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