La 59.ma Stagione di rappresentazioni classiche al Teatro Greco di Siracusa è stata inaugurata con il debutto di “Aiace”, di Sofocle,  per la regia di Luca Micheletti, nella traduzione di Walter Lapini. Prima dell’inizio dello spettacolo    la Consigliera Delegata dell’INDA  Marina Valenzise ha comunicato che per la stagione  del 2025 saranno rappresentate due tragedie di Sofocle: Edipo a Colono, per la regia di Robert Carsen ed Elettra,  la cui regia sarà affidata a Roberto Andò. Il terzo spettacolo messo in scena sarà la commedia “Lisistrata” di Aristofane,  affidata alla regista Serena Sinigaglia. Il sindaco Francesco Italia, nella sua veste di presidente della Fondazione, ha comunicato che ci sarà a fine ciclo anche uno spettacolo inedito di Giuliano Peparini, “Iliade.

La tragedia si apre con la collera di Aiace, al quale erano state rifiutate le armi del defunto Achille. Gli dei, sempre presenti nelle tragedie di Sofocle, sono rappresentati da Atena che offusca la mente di Aiace, che aveva  rifiutato in battaglia aiuti divini, ritenendoli superflui. Per questo, credendo di infierire sui suoi compagni, Aiace massacra i buoi e i montoni degli Achei. Odisseo prova pietà per lui e Atena lo deride. Tornato in sé, e pieno di vergogna, Aiace decide di riscattare il suo onore e la reputazione uccidendosi. Né i suoi marinai di Salamina, né la concubina Tecmessa, né l’abbraccio del figlioletto lo distolgono dal suicidio, che compie allontanandosi e ingannando tutti. Il dramma si conclude con gli Atridi, che negano ad Aiace una sepoltura onorevole, mentre grazie all’intervento di Odisseo, che intercede presso Agamennone, Teucro, fratello di Aiace, riesce a dare l’ultimo omaggio al defunto.

Quest’opera  mette in scena l’impotenza dell’uomo di fronte ai cambiamenti profondi del suo mondo. Il regista Luca Micheletti l’ha definita “la tragedia del mondo alla rovescia” perché il protagonista si macchia del sangue dei nemici sbagliati (gli animali) e non accetta di fare i conti col “ridicolo” (come ha fatto Odisseo, che apre e chiude la narrazione). E’ la tragedia dell’orrore e della follia, ma “Aiace” è anche una forte meditazione sulla condizione dell’uomo in lotta con il proprio destino, incerto e spesso insensato. Ricordando che per i greci il seppellimento era un passaggio importante tra la vita e la morte. Il traduttore  del testo, Walter Lapini,  ha cercato di rendere contemporanee le parole di Sofocle, e la parola ha, nella rappresentazione,  un ruolo prevalente, più della  scena, che appare volutamente scarna, quasi di contorno.   Le musiche, composte dal maestro Giovanni Sollima, sono state  eseguite dal vivo.

Interpreti principali sono lo stesso Luca Micheletti,  nel ruolo di Aiace, e Daniele Salvo (Odisseo), che curò la regia dell’ultimo Aiace rappresentato, nel 2010, sul colle Temenite. Altri interpreti: Roberto Latini, Diana Manea, Tommaso Cardarelli, Michele Nani, Edoardo Siravo, Lidia Carew.  Il gruppo di attori, all’altezza di questo palco, ha conferito spessore a tutta la messa in scena, elevando il livello della rappresentazione. Da sottolineare anche gli interventi del coro, ben inseriti nel contesto della rappresentazione. Gli applausi del folto pubblico che gremiva il teatro, convinti e prolungati, hanno confermato il successo dello spettacolo.

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