Sortino festeggia la sua Sofia, la bellezza di perseverare nella Sapienza
La risposta autentica di Sofia a Dio
In forza della comunione dei Santi, la Chiesa ha sempre venerato i suoi membri più eminenti: Maria Vergine ed i santi, i quali, avendo vissuto in modo eroico la loro Pasqua in unione con Cristo, testimoniano con la loro vita momenti significativi della storia della salvezza e ci indicano “una via sicurissima per la quale, tra le mutevoli cose del mondo, potremo arrivare alla perfetta unione con Cristo, cioè alla santità, secondo lo stato e la condizione propria di ciascuno“. Ogni atto di devozione ai santi tende e termina in Cristo e per lui a Dio che è mirabile nei suoi santi e in essi è glorificato.
Il culto dei santi e in particolare lo svolgimento delle feste religiose devono, quindi, evidenziare sempre i momenti della storia della salvezza e assumere un contenuto liturgico e pastorale. È quanto esprime, in sintesi, la liturgia: “Nella testimonianza di fede dei tuoi Santi, Tu, o Padre, rendi sempre feconda la tua Chiesa con la forza creatrice dei tuo Spirito e doni a noi tuoi figli un segno del tuo amore. Il loro grande esempio e la loro fraterna intercessione ci sostengono nel cammino della vita perché si compia in noi il tuo mistero di salvezza“.
Per la testimonianza di Sofia, la Bizantina (o Bisantina), si è celebrata a Sortino la 489° festività di Santa Sofia Vergine e Martire patrona della cittadina iblea, come ogni anno con grande concorso di fedeli, ed anche con la presenza di numerosi cittadini emigrati anni addietro in Australia e America, ritornati appositamente per rivivere l’entusiasmante giorno della santa tutelare.
La sera del giorno vigiliare ha avuto luogo la processione della reliquia della patrona, per concludersi con la celebrazione eucaristica presieduta da mons. Sebastiano Amenta, vicario generale dell’arcidiocesi, nella Parrocchia di Santa Sofia.
La mattina del giorno di festa è stata salutata da abbondanti fuochi pirotecnici, la santa Messa presieduta dall’arcivescovo di Siracusa alle ore 10 e la solenne uscita del simulacro in piazza tra fuochi pirotecnici e lacrime di commozione del popolo di Dio. Mons. Francesco Lomanto prendendo spunto dalla Lettera ai Corinzi di San Paolo, si è soffermato sulla sapienza da acquisire camminando dietro a Gesù, per poter affrontare la vita con magnanimità, accogliendo l’amore di Dio, che è esigente ma al contempo dona e chiede tutto. Bisogna imitare i santi, vivere come loro, per corrispondere alla chiamata di Dio. Il primo martire è Dio stesso. È lui che dà la sua vita per noi e la nostra salvezza. Iniziare a volerci bene seriamente e donare un sorriso possono essere l’inizio di una vita trasformata e incarnata dalla presenza e dall’amore di Dio.