Si è chiusa a Roma la fase diocesana *
La sessione conclusiva dell’inchiesta sulla vita, le virtù eroiche, la fama di santità e dei segni di De Gasperi, laico e padre di famiglia, si è svolta con un rito presieduto dal cardinale vicario Baldassare Reina. Postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione è il dottor Paolo Villotta, al quale dovranno essere consegnati tutti gli atti processuali (vedi foto), in doppia copia conforme e chiusi in contenitori sigillati. Sempre il dottor Villotta è stato nominato portitore, con il compito di trasmetterli al Dicastero delle Cause dei Santi.
“De Gasperi comprese che la cooperazione tra gli Stati europei era la chiave per garantire pace e stabilità” – ha affermato oggi il card. Baldassare Reina – “La sua visione dell’Europa, fondata sulla collaborazione tra i popoli, era un’alternativa forte e lungimirante alle divisioni nazionalistiche che avevano segnato il continente”. Il cardinale ha ricordato come la sua azione politica fosse guidata dalla fede e dalla convinzione che il bene comune fosse l’obiettivo primario: “La politica per lui non era esercizio di potere, ma missione di servizio. Ogni sua scelta fu ispirata dal desiderio di costruire una società giusta e solidale”. Reina ha anche citato il rapporto dello statista con la Chiesa: “Viveva la fede con coerenza, senza ostentazioni, nutrita quotidianamente con la preghiera e la meditazione. La sua azione è stata definita ‘profetica, sacerdotale e regale’, perché seppe incarnare i valori cristiani nel servizio alla comunità”. Il cardinale ha infine ribadito il valore attuale della sua testimonianza: “L’integrazione europea, la giustizia sociale e il dialogo politico erano per lui elementi inscindibili. Il suo esempio di integrità e responsabilità resta un faro per chiunque voglia costruire una politica orientata al bene comune”.
I cattolici impegnati in politica e nel sociale hanno sempre visto in De Gasperi un riferimento saldo e luminoso. Sono stato tra i fondatori a Siracusa, insieme a numerosi amici, di un Centro Studi a Lui intitolato e per tanti anni ho mantenuto un rapporto epistolare con una delle figlie, Maria Romana. Spero che Alcide De Gasperi, insieme a don Luigi Sturzo, possano essere presto innalzati agli onori dell’altare.
Alcide De Gasperi è stato senza alcun dubbio il più grande uomo politico dell’Italia repubblicana. Purtroppo la sua figura non è molto conosciuta, soprattutto tra le nuove generazioni, nonostante sia stato il ricostruttore del nostro Stato dopo la disastrosa guerra mondiale. Fu tra i fondatori del Partito Popolare prima e della Democrazia Cristiana dopo, e pagò duramente l’essere stato tenace e coerente oppositore del fascismo, patendo anche il carcere. Fu amico di Siracusa ed a confermarlo ci sono i documenti conservati nel suo epistolario, come i telegrammi di apprezzamento del 1947 di Bartolomeo Cannizzo, presidente delle categorie economiche della provincia di Siracusa
In questo difficile momento storico è importante ricordare che lo Statuto della Regione Siciliana fu emanato con Decreto Legislativo del 15 maggio 1946 proprio durante il primo governo di Alcide De Gasperi, che era un uomo nato nell’Impero austro-ungarico, a Pieve Tesino, nell’attuale Trentino. De Gasperi, che conosceva quindi bene, essendo stato peraltro deputato al parlamento di Vienna, i rischi che una frammentazione dello Stato possa portare alla sua dissoluzione, era sì, come don Sturzo, fautore di autonomie regionali, ma che fossero tuttavia sempre ben inserite nel contesto di una nazione unita e coesa.
E la sua lungimiranza, il suo vedere la politica come strumento che deve guardare lontano, lo portò ad essere il protagonista della scelta senza dubbio più importante e positiva mai operata dallo Stato per le regioni del Sud: la Cassa per il Mezzogiorno.
Maria Romana De Gasperi, la primogenita del grande Alcide, che fu sempre al fianco del padre e che dopo la sua morte dedicò gran parte della sua vita alla raccolta della documentazione paterna, mantenne, come detto prima, rapporti costanti con il nostro gruppo di cattolici siracusani, partecipando ad alcuni convegni tenutisi nella città aretusea promossi da Corrado Piccione, dal Centro Studi De Gasperi che avevamo fondato con Emanuele Reale, Gaetano Motta, Gianni Failla, Alfio Cimino e altri amici e ricordando la figura del padre, un uomo onesto, che con il suo esempio insegnava il coraggio di battersi per le proprie idee, anche se potevano generare sofferenza e solitudine. Confidava nella conclusione del processo di beatificazione, fermo purtroppo da tempo e quindi sarà ora in cielo contenta di questo passo avanti. Sottolineava come, senza la fede, il padre non sarebbe stato il politico che è stato.
(*) Salvo Sorbello – già dirigente del Centro Studi De Gasperi