LENTINI – Era il 17 marzo 1935 quando, alla presenza dell’allora arcivescovo di Siracusa, monsignor Ettore Baranzini, avvenne l’affidamento ufficiale della parrocchia della Santissima Trinità e San Marziano al suo primo parroco, don Giovanni Di Stefano, esorcista morto in fama di santità, le cui spoglie sono seppellite all’interno della stessa chiesa. Da novant’anni, la parrocchia è centro di riferimento del popoloso quartiere che prende il nome dal monumentale complesso annesso alla stessa chiesa, ex monastero, “a’ baddia” per l’appunto. La storia della parrocchia per quarantuno anni è stata legata in maniera encomiabile alla stessa figura del suo primo parroco che scrisse nel bollettino parrocchiale: “vista la chiesa, chiusa al culto, della SS. Trinità me ne innamorai”.

Fu al suo zelo che la chiesa vene ripulita e, soprattutto, riaperta al culto con il contestuale avvio di molteplici attività rivolte ai giovani, alle famiglie, ai bisogni per dare risposte alle necessità di una porzione della città. Parroco zelante, sempre presente, esorcista la cui missione si è svolta nella e per la parrocchia. A lui è successo nel 1976 don Bruno Dattilo che, per raggiunti limiti d’età è stato avvicendato da don Renato Corso nel 2024 il quale -in un contesto in cui il centro storico cittadino si è ‘svuotato’- intende dare, nel solco della vitalità di un tempo, nuova linfa alla parrocchia perché possa tornare ad essere luogo di accoglienza e punto di riferimento nel territorio.

Intanto, a brevissimo, prenderanno il via i lavori di restauro della chiesa, finanziati con i fondi del Pnrr, che riguarderanno il tetto, la sacrestia e relative pertinenze; per questo motivo, le funzioni religiose saranno spostate nella vicina rettoria dell’Immacolata.

Nove decenni dedicati alla cura delle anime ed all’edificazione della porzione di chiesa che è a Lentini e tra poco anche un tetto nuovo da cui continuare a ripartire per la missione di sempre: annunziare il Vangelo di Cristo!

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