Se il contribuente non firma l’8xmille viene comunque suddiviso tra i destinatari in base alle preferenze espresse da chi ha scelto; per il 5xmille la quota resta nelle casse dello Stato
Se non si sceglie nulla, i fondi rimangono allo Stato. Ma, detta tra noi, sarebbe un vero peccato, perché le possibili scelte sono tantissime e c’è la concreta occasione di fare bene il bene con una piccola parte delle nostre tasse.
Stiamo parlando dell’8xmille e del 5xmille, le due opzioni previste per il contribuente in sede di dichiarazione dei redditi. Sono due opzioni distinte, appunto facoltative e senza costi aggiuntivi. Con l’8xmille si può destinare quella quota di propria Irpef ad una confessione religiosa (oppure lo stesso Stato) ammessa dallo Stato italiano. Inutile dire quale, secondo noi. Il 5xmille invece permette di sostenere enti impegnati nella ricerca scientifica, nella sanità, nel volontariato, nelle attività culturali o sportive. Anche i Comuni italiani possono accedere ai fondi di questa seconda categoria, purché le somme ricevute vengano utilizzate per attività sociali.
Non è un di più, ma una parte (seppur piccola) dell’imposta sul reddito che comunque lo Stato incassa, ma che lascia al contribuente la facoltà di attribuirla a chi vuole. Anche qui giova ricordare che sono molte le realtà del mondo cattolico che si possono beneficare, dalla Caritas ai Centri aiuto vita.
Se il contribuente non firma – e ancora sono molti gli italiani che se ne disinteressano – l’8xmille viene comunque suddiviso tra i destinatari in base alle preferenze espresse da chi ha scelto. Per il 5xmille, se il contribuente non compila l’apposita sezione, la quota resta nelle casse dello Stato; chi non sceglie, rinuncia del tutto a orientare quella parte di Irpef.
La scelta può essere fatta al momento della compilazione della dichiarazione dei redditi (Modello 730 o Redditi Pf per le partite Iva, barrando l’apposita casella e indicando il codice fiscale dell’ente prescelto, nel caso del 5xmille.
L’elenco aggiornato degli enti accreditati è sul sito dell’Agenzia delle Entrate: il consiglio è quello di avere le idee chiare e il codice fiscale già al momento in cui ci si siede per compilare la dichiarazione dei redditi, magari in un Centro di assistenza fiscale.
Infine da non dimenticare le cosiddette erogazioni liberali, insomma quelle donazioni a favore degli enti riconosciuti, che possono essere “scaricate” dal reddito dichiarato fino ad una certa percentuale. Il beneficiario deve essere iscritto al Registro unico nazionale del Terzo settore (Runts): un’organizzazione di volontariato (Odv); una Onlus; una Associazione di promozione sociale (Aps); fondazioni o associazioni riconosciute o enti religiosi; enti di ricerca scientifica o sanitaria…
- Di Nicola Salvagni