La politica può attendere?

Il capoluogo aretuseo ha finalmente un consiglio comunale nel pieno delle sue funzioni.

Ieri 3 agosto 2023 è stato eletto il presidente del Consiglio comunale ripristinato nella tornata elettorale del 2023.

Il precedente consiglio, infatti, era stato sciolto con decreto del presidente della Regione siciliana il 20 febbraio 2020 come discutibile sanzione per la mancata approvazione del bilancio consuntivo.

In perfetta coerenza con i dati politici per l’elezione del sindaco, anche quest’ultima carica istituzionale è frutto di logiche più mirate a personalismi e giochi di squadra territoriali che a un progetto politico di livello sovraccomunale.

Quindi i numeri hanno formalizzato lo sfaldamento della originaria maggioranza consiliare uscita dalle urne a favore del centro destra, rappresentata dal candidato a sindaco Messina, a vantaggio di una nuova maggioranza formata da consiglieri riconducibili al Movimento per l’autonomia – allontanandosi così dal centro destra – e guidata dal sindaco di Melilli e deputato regionale Carta e alla coalizione che al ballottaggio ha sostenuto il sindaco Italia.

Pertanto con la maggioranza semplice di 16 consiglieri su 32 il Consiglio ha eletto nello scranno più alto il componente del Mpa Alessandro Di Mauro e vice presidente la consigliera Concetta Carbone della coalizione Italia. Oltre a quel che resta del centro destra, anche il Pd ha scelto di rimanere all’opposizione. Da segnalare che ancor prima delle elezioni del presidente ben due consiglieri di Fratelli d’Italia avevano abbandonato il gruppo dichiarandosi indipendenti fino a votare lo stesso presidente indicato dal Mpa. Si aggiunga che già il 2 agosto l’elezione di Di Mauro sembrava scontata con ben 17 voti su 32, grazie ad un voto “segreto” pare proveniente da Forza Italia, ma la votazione è stata inficiata dal dichiarato errore di un consigliere Mpa il cui voto è stato annullato!

Parabola significa che l’amministrazione adesso potrebbe contare su una maggioranza, per quanto risicata, mentre … la politica può continuare ad attendere. Se poi in sede di contrattazione per le ventilate prossime elezioni delle “nuove” provincie da Palermo dovessero arrivare altri tipi di sirene e richiami di scuderie, si vedrà… con buona pace delle politiche di programmazione di medio e lungo respiro richieste a gran voce da una città sempre più in cerca d’identità.

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