Un dotto volume presentato alla città

LENTINI – Dal VI al XIII secolo dopo Cristo sono databili le sette opere d’arte bizantina lentinesi che il professore Simone Piazza, ordinario di Storia dell’arte medievale e bizantina all’università “Ca’ Foscari” di Venezia, ha accuratamente studiato, ‘regalando’ -è proprio il caso di dirlo- alla città “Arte bizantina a Lentini” (Campisano editore),  dotto e ponderoso volume che è stato presentato venerdì scorso nell’aula magna del liceo classico “Gorgia” a cura del Gruppo archeologico leontino e della sezione cittadina dell’Archeoclub d’Italia nel corso di un’affollata conferenza.

La basilica di contrada Zitone, il cofanetto in avorio, la stauroteca in steatite, una piccola campana in bronzo, il “Giudizio universale” al Crocifisso, l’arcosolio con deesis della chiesa madre e l’icona della Madonna del castello, sono le opere studiate dal cattedratico: tutte “riconducibili, direttamente o indirettamente, alla cultura artistica bizantina, preziose per questa ragione -scrive Piazza- ma anche e soprattutto perché superstiti rappresentanti di un patrimonio originariamente ingente, ricco e stratificato, andato quasi interamente perduto a causa di terremoti, abbandoni e dispersioni”.

La basilica di contrada Zitone, così come fu portata alla luce un secolo fa da uno scavo di Paolo Orsi è stata nuovamente ‘inghiottita’ dalla terra. Del Giudizio universale della grotta del Crocefisso -pur trattandosi, secondo lo studioso, di quello più importante dell’intero Sud Italia- rimangono poche tracce più leggibili solo attraverso un corposo (e costoso) intervento di restauro.  Un lavoro scientifico di grande rilievo, che chiunque abbia a cuore Lentini non può non leggere, per meglio comprendere ed apprezzare quanto ancora resta visibile, per riflettere su ciò che è andato perso nel tempo, spesso non solo a causa della natura, anzi, delle opere d’arte esaminate da Simone Piazza il quale da non lentinese ha stretto un legame forte con la città ed il suo territorio.

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