Come si sa il Carnevale è la festa dello sberleffo.  In passato era l’unico momento in cui il “popolo” poteva prendersi gioco e criticare anche aspramente il notabile che deteneva il potere senza temere per la sua vita.  Insomma una festa di “liberazione” individuale e collettiva. Poi è diventata altra cosa, ma rimane un momento goliardico, con la satira che utilizza la maschera, come nella Commedia dell’Arte, per gridare sentimenti, critiche politiche e, oggi sempre di più per sottolineare fenomeni di costume che sempre più fanno riferimento ai personaggi diventati noti alle masse grazie ai mezzi di comunicazione.  Insomma carnevali sempre più “globali” e meno “locali”.

Le cronache dicono che negli anni cinquanta e sessanta a Siracusa si teneva ancora un Carnevale. Ed era, leggendo la stampa dell’epoca e guardando qualche foto negli archivi domestici, anche molto partecipato. Ora non più.

Non vogliamo fare facile sociologismo nell’interpretare il perché i siracusani non hanno più voglia di un Carnevale con tanto di carri e maschere. I tempi sono così cambiati che è anche difficile approfondire. Mentre in provincia qualcosa ancora resiste (forse anche grazie ai contribuiti pubblici), come in tutta la Sicilia ed in tutta Italia, per altro.

Ma vogliamo registrare che le cronache ci dicono che il culmine del carnevale a Siracusa, quindi la voglia di festeggiare qualcosa, di divertirsi, coincide storicamente con il culmine del boom economico in questa città e in gran parte della provincia.

Gli anni a cavallo del 1960 sono gli anni in cui il reddito pro capite dei siracusani somigliava molto a quello dei mantovani e dei comaschi. Siracusa registra un reddito fra i più alti   del povero Mezzogiorno. La disoccupazione era arrivata ai livelli più bassi mai registrati. Certamente dell’immediato dopoguerra e meno di adesso.

Potremmo dire, forse troppo semplicisticamente (ma, ripetiamo, constatiamo dei dati), che rispetto al 1960 i siracusani degli anni Ottanta e degli anni 2000 hanno avuto e hanno ben poco da ridere.

Il Carnevale è anche sberleffo sulle autorità ed i personaggi noti. Ma quando negli anni Settanta e Ottanta vi erano dei politici notissimi, da sbeffeggiare, il carnevale già non c’era più.  Ed oggi, che pure siamo nell’epoca dei media e dei social, se un carro raffigurasse un politico, egli sarebbe irriconoscibile. Sempre meno siracusani si informano, per cui non conoscono i volti degli odierni politici raffigurati sui media. Politici che non hanno il carisma dei quelli conosciuti dagli attuali sessantenni e settantenni.   Provate a chieder al classico passante i nomi dei parlamenti di questa provincia . Ci sarebbe imbarazzo.

Chissà se con un colpo di reni questa città tornasse ad avere voglia di futuro, come negli anni cinquanta, non riuscirebbe a resuscitare Re Carnevale.

(Vignetta di Francesco Rodante)

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