Ciclo: “60 anni e … dintorni”

Titolo della settimana: Il Vangelo secondo Matteo 1964 di Pier Paolo Pasolini.

“Ho visto il fulmine danzare tra le foglie per poi sparire nell’incendio”, è questo il verso della mia memoria letteraria che meglio esprime la sensazione provata al termine della visione del vangelo di Matteo secondo Pasolini: trattando alla sua maniera – soprattutto da ateo qual’era – ma con il massimo rispetto.

Pasolini,  poeta-drammaturgo-filosofo del nostro tempo, prestato al cinema al quale ha regalato perle come Accattone,Uccellacci e uccellini ed altri, trae dal vangelo di Matteo un’opera fedelissima al testo che fece sensazione e scatenò attacchi sia politici che religiosi e, a poco tempo da “La ricotta ” film per il quale fu condannato a 4 mesi per vilipendio di religione, la storia rischiò di ripetersi. Il regista per il suo Gesù utilizza attori non professionisti, contadini del posto amici intellettuali, l’immancabile Ninetto Davoli, sua madre nel ruolo della Madonna e affida il ruolo del Cristo ad un 19enne rivoluzionario catalano Enrique Irazoqui, un sindacalista schierato contro al regime di Franco che all’epoca imperava in Spagna. Fu doppiato da Enrico Maria Salerno. Le suggestive location del film furono trovate nell’Italia meridionale a Matera, che diventò la nuova Gerusalemme,  ma anche nel Lazio, Calabria, Puglia e nella nostra Sicilia precisamente nella Valle dell’Etna dove fu girata la suggestiva scena della tentazione nel deserto. Lontano dalle spettacolarizzazioni Hollywoodiane la pellicola trae la sua forza e il suo fascino nei volti e nelle parole degli attori. Il film venne presentato alla 64 mostra internazionale del cinema di Venezia scatenando come detto in precedenza ire e insulti, ma come sempre il tempo ha dato ragione a Pasolini, ed ancora oggi la sua è un’opera amatissima da vecchie e nuove generazioni e aggiungiamo noi da custodire e conservare. Martin Scorzese, sempre lui disse che si trattava del miglior film sul Cristo mai fatto. L’Osservatore Romano che all’epoca accusò Pasolini di blasfemia oggi lo ha rivalutato a capolavoro del cinema: “Scolpito nella pietra”.  Visto l’avvicinamento alle festività, una festività quest’anno che vivremo in un clima particolare, si consiglia la visione di questo film che arricchirà, a mio avviso,  la mente e nel cuore.

 

  • Immagine di copertina: credito fotografico Artribune
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