Siamo chiusi nelle nostre case come dentro fortezze inespugnabili, ma anche come prigioni insopportabili. Le ore, a volte, non passano mai e la voglia di spazio, di aria libera, diventa prepotente. Quella che all’improvviso aleggia su tutto è però la paura! Finirà? E quando? Ce la faremo veramente? E se si, da dove ricominceremo? La tentazione di deprimersi è grande e quando accade che le diamo spazio, avvitandoci su noi stessi, magari davanti allo smartphone o a estenuanti notiziari, la paura cresce ancora di più! Ma come affrontare la paura? Come gestirla, senza eluderla inutilmente, come orientarla e, soprattutto, come trasformarla in una energia positiva? “Resilienza” è una parola chiave per rispondere a questi interrogativi! In fisica la resilienza è la capacità di un determinato materiale di assorbire un urto senza rompersi. In psicologia è la capacità di una persona di affrontare e superare in modo adeguato una difficoltà o un evento traumatico. Posto di fronte alla paura, posso bloccarmi, scappare in mille modi, diventare teso e aggressivo verso gli altri, ma posso anche fermarmi un attimo e chiedermi: “Cosa è in mio potere in questa difficile emergenza? Quali significati positivi posso dare ad essa? Come posso trasformarla da vincolo opprimente in irripetibile occasione per liberare, in me e attorno a me, nuove risorse?”. Da queste semplici domande può iniziare per ciascuno di noi un inimmaginabile percorso di “adattamento creativo” ad un evento imprevisto e sconvolgente come la pandemia. Un esempio molto noto di resilienza è quello che ha avuto come protagonista lo psicologo Victor Frankl. Internato dai nazisti in un campo di concentramento con gli anziani genitori e con la moglie incinta del primo figlio, viene a sapere che i suoi familiari sono stati eliminati. La depressione sembra distruggerlo e la voglia di farla finita è ad un passo dal sopraffarlo. Ma ad un tratto una domanda si fa largo nella sua mente: “Cosa è in mio potere qui, dove mi è stato tolto e negato tutto?”. Guardandosi attorno, nulla è più in suo potere! Ma a poco a poco capisce che ancora tante potenzialità sono nelle sue mani. Può scrivere le lettere ai familiari per i suoi compagni di baracca analfabeti, può insegnare loro a leggere e scrivere. Lui è anche un medico. può attrezzare un improvvisato ambulatorio e procurare medicine di fortuna. Nel volgere di poco tempo la sua baracca diventa un centro di creativa solidarietà e condivisione umana. Umanizzando la vita dei suoi compagni, Frankl salva la propria. A distanza di tanti anni il suo esempio continua a insegnarci come trasformare la paura in resilienza e salvare il nostro equilibrio mentale.

 

Rubrica a cura di Margherita Spagnuolo Lobb – Scuola di Specializzazione in Psicoterapia

Istituto di Gestalt HCC Italy – Centro Clinico e di Ricerca

www.gestalt.it; training@gestalt.it

 (Credito fotografico: Rivista EA)

Condividi: