Come un fulmine a ciel sereno, non tanto sereno per la verità, ci saluta oggi una leggenda di nome Sean Connery.

Nato ad Edimburgo precisamente nel sobborgo di Fountbridge il 25 agosto del 1930. Bagnino, muratore, lavapiatti, verniciatore di bare, guardia del corpo, come avrete capito anche in gioventù Sean non ha avuto il tempo di annoiarsi, togliendosi anche lo sfizio di partecipare al concorso di Mr. Universo 1953 dall’alto della sua bella presenza e dei suoi 188 cm, classificandosi al terzo posto.

Questo è stato il trampolino di lancio e il suo biglietto da visita per il mondo dello spettacolo seppur in piccole produzioni che comunque lo fanno conoscere al grande pubblico. La clamorosa svolta si ha nel 1962 quando Albert Broccoli e Harry Saltzan due dei più potenti produttori dell’epoca sono alla ricerca del volto giusto per interpretare James Bond, il mitico 007 dai romanzi di Ian Fleming .

La scelta cade su Sean Connery ed è l’inizio della leggenda. L’attore interpreta Bond per ben sette volte diventando un’icona mondiale e immortale. “Bond, James Bond” ancora oggi emoziona cinefili e non. Se per tutti questo può essere il punto d’arrivo o l’apice di una carriera, questo non lo è per Connery che temendo di rimanere intrappolato per sempre in un ruolo che seppur lo ha reso famoso e non rinnega, vuole provare nuovi ruoli e fare altre esperienze anche per dimostrare di poter essere incisivo anche i  altri ruoli. A cominciare da Marnie, guarda caso uno dei miei film preferiti, del maestro Alfred Hitchcok 1964 .

L’anno successivo un altro grande regista, Sidney Lumet lo dirige nel notevole La collina del disonore. Gli anni settanta consacrano Connery ad altissimi livelli che lo portano a lavorare con i migliori registi in circolazione della cosiddetta New Hollywood “ribelle” di quegli anni caldi , ed eccolo infatti protagonista in I cospiratori, Zardoz e Atmisfera zero due film fantascientifici sottovalutati all’epoca ma oggi dei veri cult. Semplicemente grandiosi sono L’uomo che volle farsi re di John Huston e Il vento e il leone di Milius. Due dei migliori  film d’avventura di tutti i tempi. Gli anni ottanta confermano la grandezza di un personaggio che ha sempre fatto della riservatezza la sua isola felice, un luogo che lo teneva lontano dai riflettori.

Per questo decennio bastano due titoli : Il nome della rosa dove con la magistrale interpretazione di Guglielmo da Baskerville forse raggiunge l’apice della sua carriera illuminando il film di J.J. Annaud tratto dal romanzo di Umberto Eco; non da meno è il film dell’anno successivo ossia The untouchables-gli intoccabili con in altro ruolo memorabile quel Jimmy Malone incorruttibile poliziotto a caccia di Al Capone-Deniro.

Ma come non citare Indiana Jones e l’ultima  crociata del 1989 dove interpretando il padre dell’archeologo più famoso della storia illumina tutta la saga. Notevolissimi infine due pellicole targate anni 90 Caccia a ottobre rosso e La casa Russia.  Nel 2005 Connery dopo aver rifiutato il ruolo di Gandolf nel Signore degli anelli, lascia le scene. E proprio oggi questo scozzese orgoglioso delle proprie origini e della propria terra per la quale ha anche lottato, ci lascia. Anche lui in silenzio, nel sonno, per non disturbare il mondo impegnato a combattere un nemico invisibile e vigliacco. Come Morricone qualche mese fa’.

I grandi se ne vanno in punta di piedi.

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