Il governo ha deciso: dal 4 maggio potranno riprendere solo gli allenamenti per le discipline sportive individuali, gli sport di squadra dopo altre due settimane, e sempre con protocolli in via di definizione.

Intanto i vari Campionati dilettantistici maschili, Eccellenza, Promozione, Prima Catagoria, e femminili,Eccellenza regionale e calcio a cinque serie C, che vedevano impegnate  le formazioni aretusee seguite dal nostro giornale, sono stati sospesi “sine die”, dopo l’ultimo turno disputato il primo marzo, a causa delle ben note vicende “pandemiche” che hanno sconvolto tutti i settori  della vita quotidiana.

Tutti questi tornei  riprenderanno non prima di settembre. Resta aperto solamente il tema delle promozioni/retrocessioni,  questione su cui nelle prossime settimane dovrebbe pronunciarsi la Lega Dilettanti. A tal proposito le società dilettantistiche hanno chiesto almeno di salvare i meriti sportivi delle compagini, promuovendo le prime in classifica provvisoria alla categoria superiore nella prossima stagione.

Se passa questo orientamento, ne potrebbe beneficiare l’ ASD Siracusa, essendo prima  nella classifica provvisoria del  campionato di Promozione, girone D , al momento dell’interruzione.

E’ ovvio che nella complessa fase di ripresa delle varie attività sportive, temiamo che sarà proprio il mondo dello sport dilettantistico il più penalizzato, in quanto, disponendo di scarse risorse economiche, dovrà fare a dei ragionamenti di sistema ben diversi dalle logiche applicate nel mondo dello sport professionistico.

Non a caso la lega dilettanti  sta lavorando anzitutto per ridurre i costi di iscrizione ai vari tornei a partire dalla prossima stagione, per venire incontro alla situazione economica dei club, tutti fortemente penalizzati dalla pandemia. Per l’ufficialità delle decisioni su aspetti economici e sanitari si attende l’inizio di Maggio.

Interessante è stata in tal senso,  un’ intervista rilasciata su questi temi nei giorni scorsi a Radio24 dal Presidente nazionale della Lega calcio dilettanti Cosimo Sibilia, il quale in buona sostanza teme che, in assenza di aiuti statali, tutto il movimento dilettantistico rischia di essere fortemente ridimensionato, se non addirittura di scomparire in alcune aree del Paese.

Cosimo Sibilia

Abbiamo 65mila squadre e oltre 1 milione di tesserati (dalla serie D alla Terza Categoria n.d.r.)”: ha sottolineato Sibilia. “Se continua così rischiamo di perdere da  3mila a 20mila società.. Noi auspichiamo di tornare a giocare a porte aperte, anche perché – tolte alcune società come   il Palermo  che è un caso particolare,  gioca in serie D ed ha un seguito di 20mila persone – alle nostre partite vengono al massimo un centinaio di persone, cosa che rende il distanziamento sociale quasi “connaturato” alle dimensioni dei nostri campionati!”  Altro tema spinoso è ovviamente quello dei costi sanitari, come si diceva: “Anche tra i dilettanti abbiamo la necessità di essere sicuri da un punto di vista sanitario” – ha proseguito Sibilia–  “con gli esami che devono essere sostenuti dalle squadre e dai loro staff. Quanto costano? Saranno sostenibili per i nostri club? Chi deve mettere le risorse per far sì che lo siano?  Tutti interrogativi al momento senza risposta”.

 

 

 

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