Gli attori protagonisti sono circondati da molte altre figure:

compagni di viaggio, sirene, spiriti dei morti.

“Ulisse , l’ultima Odissea”  è la quarta produzione messa in scena  dall’Istituto Nazionale del Dramma Antico per la 58^ stagione degli Spettacoli Classici, nella splendida cornice del Teatro Greco di Siracusa, che quest’anno ha registrato un grande successo di pubblico superando di gran lunga  tutti gli incassi delle stagioni precedenti.

Questa innovativa rappresentazione è stata affidata a Giuliano Peparini, coreografo di grande esperienza, formatosi come ballerino a Marsiglia, poi assistente e maestro di danza di Roland Petit e quindi creatore di spettacoli e coreografo, con una lunga esperienza nella nota trasmissione televisiva  “Amici”. Peparini ha ideato un’opera contemporanea, definita forse a torto sperimentale perché fonde la recitazione con la danza, la musica (del gruppo musicale canadese Reuben and the Dark), il mondo circense. Sul proscenio interagiscono attori, ballerini, acrobati e giocolieri, in una briosa performance che potrebbe spiazzare il frequentatore abituale del teatro greco, ma la sua modernità, la correlazione narrativa tra parola e movimenti, la capacità di “guardare oltre” rendono godibile la fruizione da parte degli spettatori, che alla fine, dopo più di cento minuti di spettacolo, quasi si rammaricano di essere giunti alla fine.

Il libretto della rappresentazione è stato realizzato da  Francesco Morosi, che già lo scorso anno aveva collaborato con l’INDA per la  traduzione dell’Edipo Re.  Si è scelto di riproporre la parte centrale dell’Odissea, e la riduzione  teatrale di Morosi attualizza ma non stravolge il testo di Omero.

Ulisse  si trova lontano dalla sua Itaca, bloccato in un luogo da cui non riesce a partire, e impiega il suo tempo nel ricordo e il racconto.  Il regista ha ambientato, infatti,  la storia in un aeroporto, dove cento viaggiatori restano bloccati per una notte. Accanto a persone sconosciute  ma con le quali per quel breve lasso di tempo si condivide la sorte,  sono i racconti, le storie a rendere viva la notte, a delineare i contorni di quello che sarà, per ogni spettatore   un evocante, onirico e immaginifico viaggio.

La narrazione inizia con l’arrivo nell’isola dei Feaci ed il naufrago Odisseo ricorderà le sue passate avventure.  Il confronto con un barbone, che vive permanentemente in aeroporto (interpretato da Massimo Cimaglia), è Il filo narrativo che unisce queste due figure. Con l’aiuto del cantore e incalzato dal  coro di viaggiatori, Ulisse narra i suoi straordinari viaggi, rivisitando  tutti i personaggi più rappresentativi dell’Odissea: Circe, le sirene, Polifemo, Calipso.

I principali protagonisti sono Giuseppe Sartori, indimenticato Edipo nella rappresentazione che ha raccolto tanti riconoscimenti, messa in scena lo scorso anno da Robert Carsen, che impersona Ulisse, Massimo Cimaglia (il Barbone), Giulia Fiume (Calipso), Alessio Del Mastro (Anima di Tiresia), Giovanna Di Rauso (Circe), Gabriele Beddoni (Argo). Gli attori protagonisti sono circondati da molte altre figure: compagni di viaggio, sirene, spiriti dei morti. Inoltre sulla scena intervengono gli allievi e le allieve dell’Accademia d’Arte del Dramma Antico.

Molto sapiente l’uso delle luci, assimilabili, per me, ad un altro attore protagonista, ideate da Alessandro Caso.

Questa produzione, innovativa per l’INDA, sarà rappresentata a Pompei, Ostia, al Teatro Arcimboldi di Milano e poi in una tournèe all’estero per consolidare la vocazione internazionale, con l’auspicio che  il pubblico apprezzi la proposta e la chiave di lettura di questo spettacolo moderno con radici antiche, così come hanno fatto gli spettatori di Siracusa, che hanno tributato agli interpreti e ad al regista lunghi e calorosi applausi.

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