Anche formalmente si è concluso l’anno scolastico 2019/2020 un anno travagliato che non dimenticheremo facilmente

Ma invece di pensare alle tanto sospirate vacanze bisogna pensare alla ripartenza, e come più volte ribadito, la ripartenza è prevista a partire dal 1 settembre con attività di recupero per tutti gli alunni. Naturalmente per ripartire in modo adeguato è necessario che tutte le  cattedre dei docenti siano coperte  e soprattutto che le scuole siano pronte ad affronta una nuova emergenza in caso di nuove ondate di coronavirus.

Intanto ogni scuola cerca di adeguarsi alle norme in via di definizione da parte del ministero, ma, invece di stanziare congrui investimenti per garantire organici aggiuntivi al fine di attuare lo sdoppiamento o le turnazioni delle classi, si preferiscono le visiere “per mantenere la socialità” e i pannelli di plexiglass “per assicurare il distanziamento tra i banchi”. Queste le  ipotesi fatte dalla ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina che in una dichiarazione asserisce che : Non si può gestire una scuola alla stessa stregua di un ufficio pubblico o di un’azienda! I sindacati  della Flccgil, Cisl scuola; Uil Scuola; Gilda Unams  all’unisono hanno fatto sentire la loro voce, con il supporto massiccio degli operatori del mondo della scuola ed in particolar modo dei precari,attraverso la  proclamazione dello sciopero nazionale di tutto il comparto scuola cui ha fatto seguito la consegna al Prefetto di un documento in cui vengono  elencate le motivazioni che hanno determinato lo sciopero. I sindacati non sono d’accordo con il Dl sulla  scuola approvato dal  Senato che  ha stabilito che per l’assunzione dei  precari sarà necessario un concorso per esami e non per titoli come ipotizzato, da svolgersi in autunno, chiedono di ridurre il numero di alunni per classe, con  azioni di  sdoppiamento  per  consentire una didattica a piccoli gruppi,  la  garanzia  di nuove assunzioni, fondi per incentivare i nuovi carichi di lavoro sia dei  docenti  sia del personale Ata …  Si chiede il rinnovo del contratto con risorse aggiuntive, ma soprattutto che si intervenga  in materia di edilizia scolastica  se non altro per consentire a studenti e docenti di  studiare e lavorare  in edifici sicuri . Ma soprattutto della necessità di  tornare a scuola in sicurezza perché la sicurezza nelle scuole è un obbligo etico, oltre che giuridico.   Per questo e altro ancora chiedono a gran voce  il coinvolgimento della presidenza del Consiglio

 

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