L’attuale stato di emergenza sanitaria, non ha consentito le celebrazioni in Basilica del 67° anniversario della Lacrimazione di Maria Santissima a Siracusa, bensì, sfruttando lo spazio del piazzale antistante la Cripta, le sante Messe serali sono state celebrate all’aperto su un allestimento per garantire la visibilità a tutti i fedeli radunatisi nel medesimo luogo.  Il tono solenne dei festeggiamenti anche quest’anno non è mancato, dovuto alla numerosa partecipazione di fedeli, sacerdoti, seminaristi, rappresentanti istituzionali, carrozzine e volontari dell’Unitalsi, tutti insieme per onorare, pregare e amare Lei, la prima discepola fedele: Maria, la madre del Signore. Ella è la “consolatrice degli affitti”,  così leggiamo nelle litanie Lauretane.

La consolazione di Dio, infatti, si manifesta attraverso una gestualità che è legata al nostro modo di vivere, spesso basterebbe una attenzione semplice nei confronti delle persone, soprattutto quelle che soffrono, per poter comunicare la consolazione del Signore, e questo è possibile a tutti, rendendo felice chiunque, – dice mons. Gisana -. Noi come credenti e discepoli, siamo chiamati a fare questo, facendo irrompere nel silenzio della sofferenza, la gioia del Regno dei Cieli, vedendo e imitando ciò che il Maestro compie.

Maria è sempre presente accanto ai discepoli che seguono il Signore, piange e gioisce con loro, – sottolinea mons. Pappalardo -. Il nostro compito, come discepoli appunto, ma anche il compito di tutti, di chi ha responsabilità governative, è quello di non fare mancare consolazione a Maria, perché Ella è la madre di tutti, coltivando un pensiero evangelico che includa ciascuno indistintamente: bambini, poveri, ammalati, ricordando spesso che nessuno si salva da solo. Maria ci insegna, che ogni vita umana va tutelata, aiutata e amata, e non distrutta, perché l’uomo è fatto per amare la vita e ne vuole tanta ma fa fatica ad imparare che essa si accresce nell’amore e con l’amore.

L’amore solo fa crescere e genera vita – asserisce mons. Lorefice -. È con quell’Amore che “le Lacrime di Maria hanno generato speranza e nuova vita” (Papa Francesco). Le lacrime di Maria bagnano, provocano e caricano di responsabilità. Non sono lacrime inutili, Maria piange, ma sono lacrime che partono dal suo cuore di madre e parlano ai nostri cuori.

È facile piangere pensando al mondo d’oggi, non si fa fatica a trovarne i motivi, quando l’importante è far fuori l’altro. Le lacrime di Maria cadono pesanti sulla terra, ma rimbalzano e ci portano verso il cielo – ricorda mons. Montenegro, che ha celebrato la Messa solenne conclusiva – le lacrime fanno tremare qualcosa dentro, perché “quando piange una mamma piove sul mondo intero”.

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