Non vi meravigliate se sentite dire che quest’anno l’educazione civica dopo un lungo esilio  fa ritorno sui banchi di scuola  e lo fa perché tocca allo studio di questa disciplina migliorare la società , renderla più moderna, inclusiva e sostenibile  come previsto dalla legge 92 del 2019.

L’insegnamento di Educazione Civica avrà un voto e  33  ore all’anno ad essa dedicate. Tre gli assi attorno cui si svilupperà l’insegnamento: lo studio della Costituzione, lo Sviluppo sostenibile, la Cittadinanza digitale; l’insegnamento è esteso a tutti gli ordini di scuola  a partire dalle scuole dell’infanzia.

L’interesse per questo ritorno gli studiosi l ‘avevano palesato già negli anni 90, quando assunta la consapevolezza della rivoluzione tecnologica e della globalizzazione si pensò  quanto fosse importante avere cittadini  competenti e responsabili.

Grazie alla proposta di legge di iniziativa popolare fortemente voluta dai Comuni e dai cittadini che l’hanno firmata, finalmente l’iter per rintrodurla nelle scuole è giunto a termine.  Con il decreto n. 35 del 2019  sono state emanate le linee guida con cui il  Ministero dell’Istruzione specifica il quadro normativo e gli aspetti contenutistici e metodologici dell’insegnamento.

La disciplina  riveste un’importanza notevole nella formazione delle nuove generazioni per cui  si è sviluppata una rete di formatori a livello nazionale con  l’obiettivo di dare ai docenti indicazioni su cosa vuol dire insegnare educazione civica nella scuola di oggi, su come impostare l’azione didattica, valutativa e progettuale, su come  fornire spunti sulle aree tematiche indicate nella normativa, in altre parole concettualizzare l’educazione Civica in termini di conoscenza, abilità , integrità morale, tolleranza, rispetto della persona umana e altro ancora. Nel manuale “Introduzione alla pedagogia generale “di Frabboni e Minerva, leggiamo che i giovani sono “un mosaico di identità ,esistenziali, socioculturali, valoriali non ricomponibile con un unico filo di raccordo interpretativo.”

I  giovani devono imparare a discernere , a pensare al bene comune , ad operare in modo attivo e costruttivo   e lo faranno attraverso l’educazione alla cittadinanza e alla legalità partendo non dallo studio  di norme astratte, ma dalle domande e dagli interrogativi  che scaturiscono nella quotidianità.  Anche la sostenibilità entrerà  negli obiettivi di apprendimento,  si parlerà di educazione alla salute,  dei principi di protezione civile, della tutela del patrimonio culturale e territoriale, della tutela dei beni comuni. Ma anche  di cittadinanza digitale perché i giovani devono imparare ad utilizzare responsabilmente i nuovi mezzi di comunicazione e riconoscere i rischi connessi all’uso dei social media e alla navigazione in Rete.

Un ruolo di primo piano va all’educazione ambientale, ai corretti stili di vita, all’ecologia , alla stretta relazione tra salute e benessere alla tutela e al  rispetto di ciò che ci circonda. Abbiamo un obiettivo: sviluppare il pensiero critico. Tutti argomenti che stanno molto a cuore a Papa Francesco che facendo seguito a quanto suggerito da diversi responsabili religiosi ci ricorda l’importanza e la necessità di concentrarsi “sull’educare le domande dei giovani” (Instrumentum Laboris) prioritarie rispetto al fornire risposte: si tratta di dedicare tempo e spazio allo sviluppo delle grandi questioni e dei grandi desideri che abitano i cuori delle nuove generazioni. Il successo della riforma però sarà nella misura in cui tutti genitori, studenti e docenti supereranno i luoghi comuni  e daranno all’Educazione Civica considerazione e rispetto come tutte le altre discipline scolastiche, senza considerarla la cenerentola delle discipline, né tanto meno la disciplina da lasciare per le ultime ore  quando i ragazzi sono stanchi  e l’attenzione è labile.

Il ruolo dell’educazione civica nelle scuole é fondamentale, perché si tratta di un  insegnamento volto alla formazione dei futuri cittadini, perché favorisce  agli stessi uno sviluppo culturale, valoriale e soprattutto sviluppa  consapevolezza critica sui temi della cittadinanza. Il percorso dell’educazione civica nelle scuole italiane é sempre rimasto un’appendice delle altre materie scolastiche,  nonostante le Istituzioni si siano impegnate nella promozione dell’educazione alla cittadinanza, ritenuta indispensabile per la partecipazione attiva dei futuri cittadini.  L’educazione Civica a partire dal DPR 285/1958  e fino alla  Legge n. 169/2008  è stata considerata sempre  come insegnamento trasversale e non come  disciplina  autonoma, eppure non dovremmo mai dimenticare le mai le parole di Corradini che in tempi non sospetti scriveva : «si va a scuola non solo per prendere un titolo di studio e trovare un lavoro, ma per diventare una persona umana, un cittadino, un lavoratore con  diritti inviolabili e doveri inderogabili».

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