Qui di seguito la testimonianza pervenutaci da Silvia e vissuta con il nascente circolo “Laudato Sii” della parrocchia San Martino in Siracusa. L’iniziativa fa parte delle azioni messe in campo dal Movimento cattolico mondiale per il clima che collabora con la Chiesa Cattolica per una maggiore cura della “Terra” intesa come casa comune;  si ispira all’enciclica “ecologica” di Papa Francesco, “Laudato Si’”, da cui appunto prende nome la realtà associativa proposta dall’antica parrocchia di Ortigia con parroco don Salvatore Musso. Il Movimento internazionale (GCCM), nato nel 2015,  oggi rappresenta una rete  di oltre 737 organizzazioni cattoliche che lavorano per prendersi cura del creato rispondendo alle preoccupazioni per il cambiamento climatico: “E’ il frutto di un kairos – termine greco usato nel Vangelo per indicare “un momento favorevole”. Il kairos del 2015 è stato la combinazione di due eventi di trasformazione che avrebbero modellato il modo in cui la Chiesa e l’umanità hanno risposto alla crisi ecologica: la pubblicazione dell’enciclica Laudato si’ e l’Accordo sul Clima di Parigi”.

“Ho atteso una settimana – scrive Silvia – prima di decidermi a scrivere per raccontare una sola giornata. Come l’olio delle lampade, custodito in piccoli vasi, così ho custodito i pensieri nel solco dei giorni.

Tutto è partito da un invito, seguito da tentennamenti alternati al desiderio e all’entusiasmo, alla fine io, mio figlio e mio marito abbiamo accettato di partecipare: domenica primo novembre, festa di Tutti i Santi, appuntamento di primo mattino vicino Canicattini Bagni, presso un terreno gestito dalla Cooperativa “L’Arcolaio”.

Ci ritroviamo con un bel gruppo di belle persone provenienti da cammini diversi, che spesso si sono incrociati, radunati da p. Salvo Musso, grazie alla proposta di dare vita a una comunità che possa seguire le orme della “Laudato sii”. E così troviamo già all’opera, sotto un sole che pare l’estate di San Martino, scout del Clan e capi del gruppo Agesci Siracusa 1, famiglie più o meno numerose, coppie e singoli, un piccolo mondo, insomma, chiamato a supportare il lavoro dell’Arcolaio, attraverso la raccolta della salvia.

Giorgio, che lavora con la Cooperativa da tempo, ci dà indicazioni sul da farsi: vanno selezionate le foglie più belle, più verdi, integre, non ingiallite o spezzate, ci muoviamo tra i filari baciati dal sole come dentro una foresta e impariamo a familiarizzare.

Comincia, alla spicciolata, la raccolta, con entusiasmo, curiosità, con impegno, tra scambi di battute e conversazioni amicali, ci si conosce o ci si ritrova, abbracciati da una natura gentile dove persino sudare è piacevole; i sacchi di iuta pian piano si riempiono e non si sente la fatica sebbene si stia chini sulle piante… Sembra quasi una festa, una vendemmia di erbe aromatiche! È tutto semplice quando si sta insieme, dai passi sulla terra battuta alle arnie, dai filari verdi e viola di rosmarino a quelli della profumata salvia, ci siamo noi, adulti e bambini, insieme a carpire foglie e parole.

Due ore buone di lavoro (tranne per chi, con il pretesto di un piccolo reportage fotografico, raggiungeva varie postazioni per scambiare chiacchiere e risate) e poi ci si ritrova in cerchio sotto un meraviglioso carrubo. Giorgio ci presenta Max, un collega, un operaio della cooperativa che ci parla di sé, del suo percorso di vita, delle difficoltà che lo hanno portato in carcere e dell’opportunità (di lavoro e di nuova vita) che ha incontrato grazie all’Arcolaio e al suo grande desiderio di imparare.

Max ci racconta dell’esperienza delle “Dolci evasioni”, di errori e di successi, di impasti finiti male dopo tanta fatica e di idee che sono diventate realtà, ci parla di mandorle e di momenti di sconforto, di biscotti e delizie e di ritrovato coraggio grazie a questo lavoro che, per lui, è stato ed è anche far parte di una nuova famiglia. È stato bello ascoltare Max, la sua disarmante sincerità, è stato bello ascoltare Giorgio che parla di lui con gli occhi che brillano.

Segue il pranzo, con la condivisione di prodotti dell’Arcolaio e di ciò che ognuno ha portato, e ancora un po’ di vino, qualche chitarra, canti e giochi dei bimbi, felici e liberi in mezzo al verde.

Quindi ci si prepara per la celebrazione eucaristica, all’ombra del grande albero, con la brezza che accarezza i nostri sorrisi e una gioia profondamente leggera nel cuore.

“Rallegriamoci tutti nel Signore…”

“Carissimi, vedete quale grande amore ci ha dato il Padre…” (1 Gv 3, 1): ecco, questo abbiamo sperimentato in questo giorno, l’Amore del Padre che si vede, cammina in mezzo a noi. È una celebrazione intensa e partecipata, molti tra noi si commuovono e nei loro interventi traspare la gioia intima di queste ore trascorse insieme, come se tutti noi avessimo bisogno di questa purezza, della genuinità del ritrovarsi, del fare e dell’essere sorelle e fratelli che spezzano il pane della Parola e insieme cercano il gusto, il sapore della vita semplice, della preghiera condivisa. Quante volte, nella frenesia, nell’affanno dei giorni che si susseguono, sentiamo nostalgia della Vita, è proprio allora che cerchiamo questo… “ha sete di te, Signore, l’anima mia”.

Sono quelle giornate capaci di illuminare la vita, la Gioia ti rimane dentro, prende dimora in te e puoi portarla in famiglia, a casa, nel lavoro, puoi portarla ovunque e a chiunque. Mi resta la gratitudine per il dono ricevuto, la speranza di dare un seguito a questi incontri, di camminare e sbocciare lungo la via”.

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