Titolo della settimanaLo chiamavano Jeeg Robot di Gabriele Mainetti, 2015.

Corri ragazzo laggiù, vola tra i campi di blu, corri in aiuto di tutta la gente dell’umanità…“, sfido chiunque, soprattutto quelli della mia generazione a dire di non aver sentito almeno una volta nella vita,  il ritornello di questa sigla televisiva dei pomeriggi di una volta.

Chi ha detto che in Italia è impossibile avere Supereroi? Che  questo genere appartiene ed è proprietà esclusiva americana? Che per forza di cose dobbiamo  sorbirci le solite commedie (???), i soliti drammi esistenziali, le solite facce sempre uguali con le solite espressioni sempre uguali e non possiamo fare qualcosa di diverso? Quando invece la nostra tradizione dice altro, dice che eravamo non bravi, ma eccezionali, stimati e riconosciuti in tutto il pianeta per il cinema di genere, come la commedia (quella Vera), il Western, il Poliziesco, il Giallo e anche l’horror. Vedere alla voce Quentin Tarantino, tanto per citarne uno a caso, che ad ogni film esalta e omaggia pellicole e registi italiani da Fulci a Bava a Leone ad Argento e ha dichiarato apertamente di essere cresciuto a pane e film del Belpaese. Gabriele Mainetti, romano, classe 1976, attore, regista e ora anche produttore, già in passato autore di corti ispirati ai fumetti, si cimenta in questa opera prima e con coraggio, quello che manca al nostro cinema, e rischio lancia una vera e propria sfida  anche a se stesso. Il risultato finale è: 5 milioni al botteghino, grande successo di critica e pubblico, soprattutto giovane, 7 David di Donatello, tra cui miglior regista esordiente e miglior produttore.

Ma ciò che più conta è il grande merito di aver dato una scossa elettrica al nostro movimento, che, dati alla mano, negli ultimi anni sembra essersi svegliato da una monotonia e un appiattimento che non meritiamo, con giovani registi e sceneggiatori in rampa di lancio, con ritrovata vitalità e aria nuova, capaci di proporre storie e indicare vie nuove.

Per un paese come il nostro che, ripeto, come ho sempre sostenuto si è sempre nutrito con il cinema di genere e anche i fumetti. Maestri anche in questo campo, con eroi del calibro di Tex Willer, Zagor, il Comandante Mark e i suoi lupi dell’Ontario, Ken Parker e molti altri che non cito per non dilungarmi ma meritevoli di stare in questa lista e tutti entrati di diritto nella storia della nostra cultura e della nostra vita. Per non farci mancare niente, siamo stati anche uno dei primi paesi, se non il primo, ad importare dal Giappone e ad assimilare i cartoon-manga. Carta vincente di Mainetti e i suoi sceneggiatori Guaglianone e Marchionni è stata quella di innestare tutta questa tradizione di film cartoon e fumetti e inserirla in modo naturale e genuino nel tessuto sociale della Roma odierna, con riferimenti ben precisi a Mafia capitale, microcriminalità e crisi economica, con la fotografia del direttore Michele D’Attanasio, che, con le giuste tonalità, trasforma la capitale in una nuova Gotham City di Batmaniana memoria, tanto per restare in ambito fumetto; per una pellicola non scontata nello svolgimento e con situazioni e dialoghi divertenti e di puro intrattenimento. Enzo Ceccotti, un ottimo Claudio Santamaria, un ladruncolo di Tor Bella Monaca, inseguito dalla polizia, cade nel Tevere e dopo essere entrato in contatto con delle scorie radioattive acquisisce poteri sovrumani: come usarli? Dopo la morte di Sergio, forse l’unico amico in tutta Roma, si prende cura, dopo qualche titubanza iniziale, della di lui figlia Alessia (Ilenia Pastorelli) ragazza molto problematica e in più ossessionata dalla serie Jeeg Robot d’acciaio e battezza Enzo con il nome di Hiroshi Shiba, venuto a salvarla dal cattivone di turno, Fabio Crannizzaro ,alias lo Zingaro, un Luca Marinelli ormai di gran lunga il miglior attore italiano in attività, un personaggio che non  si dimentica, rubando molte volte la scena al pur bravissimo Santamaria. Capo di una spietata banda criminale che controlla il traffico di droga e il malaffare, trova -tra un crimine e un altro- di cantare al karaoke, e per giunta benissimo, Un’emozione da poco di Anna Oxa e commuoversi ascoltando Ti stringerò di Nada. … se non è grande cinema questo ci siamo vicini.

Diabolik – Luca Marinelli

Una pellicola che crescerà col tempo, Jeeg Robot è talmente bello e diverso da quello che il cinema italiano continua a proporre oggi che andrebbe premiato e amato a prescindere. E intanto cresce l’attesa per Diabolik dei talentuosi Manetti Bros, sempre con Luca Marinelli protagonista, nella parte dell’uomo nero. Doveva uscire nel 2020, ma vista l’attuale situazione dovrebbe, dico dovrebbe e facciamo gli scongiuri, nel 2021, con un cast italianissimo che oltre a Marinelli annovera Valerio Mastrandrea, il Commissario Jnko e Miriam Leone-Eva Kent.

Sono sicuro ci divertiremo. Perché in questo momento e soprattutto a Roma abbiamo bisogno di Supereroi.

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