La ricorrenza annuale della Giornata per la Vita costituisce ormai anche a Siracusa un appuntamento atteso per riflettere su un valore davvero fondamentale.
Dall’arrivo nella città aretusea dell’arcivescovo Giuseppe Costanzo, nel 1990, praticamente ogni anno sono state indette manifestazioni pubbliche per celebrare questa Giornata, promosse pure per qualche tempo dalla sezione locale del Movimento per la Vita, sorta nel maggio del 1987 per iniziativa, tra gli altri, di Maria Burgio, Rosa Spina, Angela Nucifora e mia.
Anche domenica prossima, compatibilmente con le restrizioni dovute alla pandemia, in Cattedrale si svolgerà un momento di riflessione e di confronto, che seguirà la Messa celebrata alle 10,30 dal nuovo arcivescovo Francesco Lomanto.
Su iniziativa dell’ufficio diocesano per la pastorale della famiglia, i cui responsabili sono mons. Salvatore Marino e i coniugi Salvatore e Maria Grazia Cannizzaro, si susseguiranno una serie di testimonianze, incentrate sul tema scelto dai vescovi italiani per quest’anno: “Libertà e vita”.
Un tema che punta a sensibilizzare tutti al senso dell’autentica libertà nel porsi al servizio della vita, riconoscendo che essa è uno “strumento” per il bene proprio e degli altri. Un bene strettamente interconnesso, tanto che paradossalmente la libertà può essere smarrita se ognuno si chiude in se stesso.
La pandemia ci ha fatto sperimentare, anche a Siracusa, in maniera inattesa e drammatica la limitazione delle libertà personali e comunitarie, portandoci così a riflettere sul senso profondo della libertà in rapporto alla vita di tutti e dei più fragili in particolare: bambini e anziani, giovani e adulti, nascituri e persone in fin di vita.
Oggi più che mai, allora, va respinta una cultura basata sull’egoismo. Ci siamo resi conto che davvero ognuno è legato agli altri, e quindi accogliamo e custodiamo la vita dal concepimento al suo termine naturale e sosteniamola sempre, soprattutto quando ci sono situazioni di debolezza, che necessitano di vicinanza e di aiuto, non calpestando così i diritti dell’umanità fragile che qualcuno vorrebbe scartare nel nome dell’efficienza e di un concetto spietato di salute come assenza di difetti.
Domenica sarà anche l’occasione per celebrare il trentesimo anniversario dell’attività a Siracusa del Centro Aiuto alla Vita, nato presso la parrocchia di san Giovanni alle Catacombe e che opera ora nei locali della struttura polifunzionale “Casa Caritas” di Riviera Dionisio il Grande. Dal 1991 si occupa nella nostra città di dare un supporto concreto a ragazze madri e donne in difficoltà, in virtù dell’azione sensibile ed encomiabile di valide volontarie. Esse offrono sostegno morale e psicologico/relazionale attraverso l’ascolto e, in particolare, aiuto materiale con abbigliamento e prodotti specifici per i neonati, grazie alle donazioni. In tal modo vengono aiutate le donne che portano avanti, a volte da sole e tra diverse problematiche, la gravidanza. Inoltre c’è il Progetto “Gemma”, un servizio per l’adozione prenatale a distanza rivolto alle madri in difficoltà, tentate di non accogliere il proprio bambino. Ad esse viene assicurato un sostegno economico che può consentire loro di portare a termine con serenità il periodo di gestazione, accompagnandole nel primo anno di vita del bambino.
La nostra nazione sta andando verso un suicidio demografico e i dati Istat più recenti lo confermano. Anche Siracusa sembra aver smarrito la sua vitalità: non si fanno più figli e non ci si proietta quindi nel futuro. Servono, a livello nazionale e locale, provvedimenti concreti per le famiglie con figli. E serve anche venire incontro alle donne, sotto la pressione delle crescenti difficoltà economiche, della solitudine, del timore di non essere sorrette da una rete, pensano di ricorrere all’aborto.
(*) L’autore è il Presidente del Forum delle Associazioni Familiari della provincia di Siracusa