Cultura: sostantivo, singolare, femminile.

Scrittura: sostantivo, singolare, femminile.

Narrativa: sostantivo, singolare, femminile.

Letteratura: sostantivo, singolare, femminile.

Quanto quel genere femminile connoti e innervi fortemente termini come cultura, letteratura, narrativa e scrittura lo abbiamo chiaramente visto anche nello scorso fine settimana quando a Venezia e a Siracusa le rispettive commissioni di valutazione hanno scelto due donne come vincitrici di altrettanti Premi Letterari che hanno consumato il loro ultimo e decisivo atto di questa edizione 2021. A Venezia la 59/ma edizione del Premio Campiello è andato a Giulia Caminito con “L’acqua del lago non è mai dolce” (Bompiani). Ma c’è di più: il Campiello opera prima se l’è aggiudicato Daniela Gambaro con “Dieci storie quasi vere” (Nutrimenti), e il Premio Campiello Giovani è andato alla diciottenne Alice Scalas Bianco con il racconto “Ritratto di Parigi”. Più o meno contemporaneamente dall’altro capo dello stivale (e anche oltre…), a Siracusa, l’edizione numero XX del Premio Elio Vittorini è andato ad Antonella Lattanzi (nella foto in evidenza) con “Questo giorno che incombe” (HarperCollins). Nel caso del “ripartito” Premio Vittorini il successo di quest’anno di Antonella Lattanzi segue, peraltro, quello dello scorso anno di Marta Barone con “Città sommersa” (Bompiani).

Insomma, se volessimo utilizzare una metafora sportiva nell’ultimo week end donne battono uomini 4-0! Praticamente un cappotto. E dire che sia nella cinquina dei finalisti del Campiello (pure nella sezione giovani) sia nella terzina di finalisti del Vittorini le donne che alla fine hanno  primeggiato erano da sole, nei rispettivi “campi”,  a fronteggiare i colleghi scrittori.

Si è trattata di pura casualità?

E’ stato l’effetto di una sorta di misterioso allineamento astrale?

O è stata, insinuazione maligna, una lucida scelta improntata a “riequilibrare” un mondo – ed una società italiana in particolare ­ ­– che continua ad essere eccessivamente sbilanciato in direzione della componente maschile? Sinceramente non credo proprio che una di queste possa essere  la chiave di lettura corretta per spiegare i voti di giurie – popolare, forte di 300 grandi lettori, quella del Campiello, una commissione formata da docenti e critici quella del Vittorini, anche se da quest’anno con una presenza di studenti liceali – che hanno premiato talenti al femminile.

Ecco, la parola gusta con ogni probabilità è proprio questa: talento. Che ha un senso ancora più pregnante se legata ad un’altra: merito. Poco importa che sia talento sia merito siano sostantivi di genere maschile. Molto di più importa che finalmente – anche con quanto accaduto in quest’ultimo intenso week end sull’asse Venezia-Siracusa (città accomunate anche dal culto di santa Lucia, straordinario esempio di donna salda e coerente alla propria fede sino al martirio) – la letteratura femminile si sia definitivamente scrollata di dosso quell’etichetta che la voleva relegata soltanto alla sfera sentimentale (genere rispettabilissimo nel quale non mancano libri e firme importanti). Giulia Caminito e Antonella Lattanzi con le storie che hanno raccontato, che hanno creato, parlano di vicende reali, a volte dai contorni duri, fatti crudi  che – al di là della pura tecnica narrativa utilizzata – sono autentiche, non occhieggiano a mondi immaginari nel quale il rosa è il colore dominante. Antonella Lattanzi, ad esempio, ha confessato di essere fortemente attratta dalla cronaca nera: con la sua abilità, che le deriva anche dalla laurea in  giurisprudenza, compulsa fascicoli, legge verbali di polizia e  “carte” processuali, saccheggia gli archivi  dei giornali. Lo fa per costruire (o ricostruire) una storia precisa, dettagliata, vera (al netto delle esigenze narrative) e restituirla al lettore con il suo sguardo.

Dimenticavo, c’è un altro sostantivo che nella sua accezione femminile  qui vale la pena richiamare: è capitale. Siracusa nei giorni scorsi ha lanciato formalmente la sua candidatura a capitale italiana della cultura 2024.  Una quanto mai affollata assemblea cittadina ha iniziato a far emergere alcune possibili direttrici di marcia. Tantissime le presenze, numerosi gli interventi di responsabili e referenti di associazioni e gruppi culturali (oltre che istituzionali). Poche, decisamente, le voci al femminile che in quell’occasione  si sono manifestate, segno tangibile che la rappresentanza di organismi intermedi e gruppi sia ancora prevalentemente in mano agli uomini.

Appare indispensabile cambiare passo, far sì che questo prezioso capitale (singolare, maschile) di competenze e talento femminile connoti in maniera significativa anche la corsa di Siracusa  a capitale (singolare, femminile) della cultura. Non dimentichiamo cosa, sul piano della letteratura, ci hanno “detto” Venezia e Siracusa appena pochi giorni fa.

[*] Ex Post (nel senso che volevo scrivere un post ma è venuto troppo lungo…).

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