In occasione del prossimo natale iniziamo a parlare di alcuni film tipici del periodo ma senza mancare di ricordare una donna che ha fatto il “cinema” italiano e che proprio in questi giorni ci ha lasciati.

Infatti, anche cinematograficamente parlando, si accendono le luci un po’ fioche di questo secondo natale sotto pandemia, ma si spegne una stella del nostro cinema: Lina Wertmuller se ne va a 93 anni. Era nata il 14 agosto del 1928 e ha segnato la storia della nostra commedia, quella con la C maiuscola da Pasqualino settebellezze a Mimi metallurgico a Travolti da un’insolito destino. Cammino e l’Italia tutta la salutano. A me piace ripetere lo slogan usato per Proietti. “Ciao Lina, ci vediamo nei film“.

E a proposito  dei classici delle feste, di certo va menzionato Ritorno al futuro, 1985, di Robert Zemeckis. “Dimmi ragazzo del futuro, chi è il Presidente degli Stati Uniti nel 1985?“-“Ronald Reagan “-“Ronald Reagan l’attore? e il vicepresidente suppongo Jerry Lewis con Marilyn Monroe first lady e John Wayne ministro della guerra! “.

Sono passati 36 anni, siamo nel futuro, il 1985 sembra ieri. Oggi la nostra macchina del tempo ci sbalza dritti negli anni 80, precisamente il 5 novembre del 1985 e poi ancora più indietro, perché parliamo di Ritorno al futuro, meccanismo ad orologeria dove tutto ingrana alla perfezione, con intere sequenze e dialoghi consegnati alla macchina del tempo del cinema, nati dalla fusione di due geni di nome Bob, Zemeckis e Gale con la benedizione di Steven Spielberg. I tre riscrivono la storia della disastrata famiglia McFly: i genitori non si amano più, papà George è vessato fin dai tempi del liceo dal terribile Biff, la sorella vive tra le nuvole, senza contare uno zio in galera. Resta lui Marty, che sembra avviato sul solco della famiglia ad una vita da disadattato, rockettaro, gira per Hill Walley in sket board, arriva sempre tardi a scuola, ha una bella ragazza e un unico vero amico, Doc Brown, uno scienziato che non ne azzecca una, anzi una, una macchina del tempo ricavata da una Delorean che alla velocità di 88 miglia orarie catapulta il nostro nella Hill Walley del 1955! Il resto è leggenda.

Marty incontra un ignaro Doc giovane e i suoi genitori ancora ragazzi e deve fare di tutto affinché il futuro non prenda direzioni sbagliate. Prodotto da Spielberg e scritto dai due Bob, un nostalgico viaggio nell’America degli anni 50 rivisitata con lo spirito degli 80 con paradossi a raffica, una confezione perfetta ma anche con inquietanti ombre nascoste sotto la patina della commedia di un film esplosivo fin dai primi fotogrammi e che lascio a voi scoprire.  Una pellicola che rivista oggi nel 2021 contiene premonizioni future e lascia il dubbio che prima di scrivere la sceneggiatura, i tre abbiano fatto un giro di ricognizione sulla Delorean usata per il film, tra plutonio arricchito, terrorismo internazionale e rapporti familiari pericolosi ed è forte anche di conseguenza la stoccata al consumismo e al costume del decennio 80.

Uscito nelle sale il 3 luglio del 1985 non avverte minimamente il peso degli anni ed è capace ancora oggi di lasciare a bocca aperta il pubblico di tutte le età e ha insegnato che fantascienza e commedia, se usate in modo intelligente possono andare a braccetto . Una pellicola che si può guardare a ripetizione e non stanca mai, anche a livello di cultura con la moda e la musica anni 80 contrapposta a quella anni 50; il tutto visto da noi oggi nel 2021, sballottati piacevolmente dentro il film e le sue epoche, che un po’ penso sia stato il sogno di tutti. Fotografia a dir poco spettacolare di Dean Cundey, musiche del maestro Alan Silvestri che grazie a questa colonna sonora spiccò il volo e poi The Power of love di Hues Lewis che si guadagna un posto d’onore tra le hits anni 80. Per tutti questi motivi e molte altre sorprese che non sveliamo Ritorno al futuro è entrato di diritto nell’Olimpo degli immortali. Sta arrivando il Natale e si torna, pardon si ritorna per l’ennesima volta a vederlo, spero anche voi.

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