Prof, non se ne vada, io ho bisogno di lei

Destino: l’insieme delle cause che si pensa abbiano determinato gli eventi della vita. Quando il tuo destino è in itinere chi può fermarlo?
Comincia con questa convinzione la storia di Giulia, una giovane studentessa innamorata della vita e di un ragazzo che crede essere il suo “per sempre”. Un amore che, nel pieno dei suoi studi, la porterà a lasciare la bellissima terra di Trinacria per trasferirsi al Nord Italia.
Decisiva per la sua partenza una chiamata per una supplenza come insegnante di italiano, storia e geografia. Giulia si lascia alle spalle una famiglia unita, le sue amicizie più care e la sua amatissima terra. La sua nonna con le lacrime agli occhi, durante il loro saluto, le dice: “Vai figghia bedda, patti pa tò felicità!
Quell’amore altruista, così puro, la spinge ad andare.
Un insieme di eventi, casualità, gesti e parole portano Giulia a pensare che la partenza faccia parte di un disegno più grande. Al suo arrivo, si sente a casa fra le braccia di lui. È felice. Inizia subito a lavorare. L’insegnamento è una cosa seria. Lei gli insegnanti li aveva da sempre visti come figure autorevoli e perfette, quasi mitologiche, mentori e maestri di vita. Giulia si guarda allo specchio, non vede nessuna di quelle caratteristiche. Ma non si arrende e giorno dopo giorno con gentilezza e fermezza conquista la fiducia dei suoi ragazzi. Se la sua vita lavorativa va a gonfie vele, quella sentimentale precipita. Quell’amore così grande, così unico, non si rivela tale, non ha la forza di sfidare il vento. Quando questo soffia, quell’amore si abbatte al suolo lasciando vuoto e dolore. Così Giulia si ritrova sola in una città che non conosce, con un lavoro che ogni giorno le rivela le intrinseche difficoltà della vita. Le è crollato il mondo addosso, il motivo principale del suo “cambio vita” non esiste più. Vuole scappare. Ma proprio nel momento in cui decide di mollare tutto, accade qualcosa di importante. Un suo alunno dall’infanzia e adolescenza difficili le dice: “Prof, non se ne vada, io ho bisogno di lei.
L’eco di quelle parole è quasi insopportabile. Lei ha tanto amore da dare ma la sofferenza è troppa. Si chiude in se stessa, riflette. Forse il suo destino l’aveva condotta davvero lì per amore, ma un amore più grande. Non scappa. Resta.
Nel frattempo nel mondo è il delirio: la Russia bombarda l’Ucraina, portando distruzione e morte. Le notizie dei profughi ucraini che scappano dalla loro terra, alla ricerca di un riparo, impazzano su tutte le testate giornalistiche. Anche la scuola dove lavora Giulia è pronta ad accogliere dei ragazzini ucraini, piccoli ometti di appena 13 anni i cui occhi hanno già visto troppo per la loro tenera età. Arrivano in una realtà nuova, non conoscono nessuno, sono spaesati. La neo prof si rispecchia in loro, lei la guerra la combatte dentro di se, loro la subiscono a causa di pazzi scellerati che lottano per le loro brame di potere. I piccoli ucraini sono soli ma anche lei lo è. Sono in difficoltà e nessuno meglio di Giulia sa quanto possano essere importanti un sorriso ed un abbraccio in una situazione di disagio e dolore. Decide di mettere a disposizione le sue ore libere per assisterli, per insegnare loro l’italiano. Non è solo la prof ad insegnare ai ragazzi, ma insieme, ogni giorno, si insegnano reciprocamente l’amore, senza mai pronunciare quell’inflazionata parola utilizzata troppe volte impropriamente. Se lo insegnano vivendolo, nelle loro conversazioni con Google traslate, perché l’unica lingua in comune è quella del cuore. Si raccontano, si conoscono. Imparano a dare, a piccole dosi, fiducia all’altro, con molte difficoltà, perché sfiduciati da una vita dura. Orest, Pavlo e Tapac, i tre ragazzini che Giulia alfabetizza, sono originari di Kiev, la prima città bombardata dai russi. Le raccontano dei botti delle bombe, delle urla, della paura, della gente che corre per le strade in preda alla disperazione, le raccontano dei loro papà e fratelli più grandi rimasti in patria per il loro “Slava Ukraini!”. Del loro lungo e faticoso esodo dapprima a piedi fino in Polonia, poi spostandosi di mezzo in mezzo per arrivare in Italia. Un esodo durante il quale hanno perso tutto ma non la voglia di farcela, di vivere ancora. Le raccontano del grande lavoro dei volontari che ogni mattina portano gioia, dolcetti e sogni ai bimbi ucraini all’interno dei tendoni. Sogni, sì, perché i bambini non devono mai smettere di sognare, neanche in guerra. Pavlo sorridendo con aria un po’ malinconica le mostra un peluche, è il regalo della sua nonna, l’ultima cosa che di lei gli rimane. La nonnina non ha voluto abbandonare la sua casa ed è rimasta a Kiev ma da qualche giorno non si hanno più notizie, è tra i migliaia di dispersi ucraini. Giulia sente tutto il dolore di un popolo umiliato e martoriato, in quei racconti. Ha un nodo in gola, si sente piccola di fronte a tutto questo. Ma a farla sentire grande ci pensano i suoi ragazzini che, inaspettatamente, le scrivono al pc: “Vona dlya nas svitla. Ya tebe lyublyu” (Lei è luce per noi. Ti voglio bene.)
L’emozione è immensa. La vita le ha offerto una seconda opportunità, quella di amare ancora ed essere luce per l’altro. La vita ha offerto una seconda opportunità a quei piccoli uomini: quella di poter vedere, ancora, i colori dell’arcobaleno, lontani da atrocità bestialmente umane. Insieme si sono salvati e continuano a salvarsi ogni giorno perché nessuno si salva da solo.
“Insegnare è toccare una vita per sempre”, lei quelle vite le ha toccate, dapprima sfiorandole con cura. Quelle vite hanno toccato la sua, illuminandola. E di queste ne rimarrà traccia. Per sempre.
Giulia e i suoi ragazzi sanno che arriverà il giorno dei saluti e che non sarà facile dirsi addio ma quando nel cuore si lascia una traccia così profonda, ogni addio non può che essere un arrivederci. Quel lungo ponte Ucraina – Sicilia mai potrà spezzarsi perché « dov’è carità e amore, qui c’è Dio ». E una corda a tre capi non si rompe così presto.
«..Se sarai luce, scalderai
Se sarai luna, ti vedrò.
– Pubblicato nell’edizione tipografica di Cammino del 25 marzo 2022- Anno XL
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