Titolo della settimana: The village di M. Night Shyamalan, 2004.

” Ci sono segreti ad ogni angolo di questo villaggio. Non li senti? Non li vedi?  1897.

Almeno così ci dice la lapide di un villaggio americano.  Vive isolato, circondato da un fitto bosco abitato dalle “creature innominabili” con le quali gli anziani-guida hanno stretto un patto di non belligeranza. Ma alcuni accadimenti che coinvolgono due ragazzi e una ragazza, rischiano di porre termine alla tregua, scatenando le forze del male, portando così alla luce segreti che è meglio non conoscere. Shyamalan ancora una volta sorprende, quando si è ormai convinti di assistere ad un determinato film, in questo caso di paura,  ecco che con una sola inquadratura, cambia registro e azzera le nostre certezze, facendo con The village il film più politico degli ultimi vent’anni e rivisto oggi,  ci parla non solo dell’11 Settembre 2001, ma anticipa la guerra ucraina passando inevitabilmente per la pandemia. Alla sua uscita, era il 2004, la pellicola venne presentata come il nuovo horror del regista indiano, gli stessi trailer andavano in questa direzione, i fan si trovarono di fronte a qualcosa di diverso, un’allegoria di una società che tende a chiudersi, a isolarsi-isolare i propri figli per proteggerli, anche ingannandoli, dai mali del mondo esterno: Utopia!  Non solo perché la violenza si insinua ovunque, ma anche perché sono i giovani i primi a subirla con una grande bugia, perpetrata da coloro che invece hanno il compito morale e primario di aiutarli ad essere pronti ad affrontare il viaggio che li aspetta.

Il regista indo-americano lancia allo spettatore un messaggio dove terrore è uguale a menzogna, e viceversa, dove paradossalmente sarà una ragazza cieca a “vedere “, decidendo di attraversare quel bosco, come Cappuccetto rosso, qui Cappuccetto giallo. Perché in questo film i colori sono parte integrante della storia, troviamo il giallo, il rosso, delimitano spazi e luoghi. Vi ricorda qualcosa? Anche  la critica snobbò questo grande film, salvo poi ricredersi, perché parla in modo diretto al nostro inconscio e alle nostre paure e ci mette davanti ai disastri materiali e morali causati, come diceva il Capitano Taylor da quell’ineffabile essere che è l’uomo. Cast ricco di facce emergenti dell’epoca Joaquin Phoenix, Brice Dallas, Adrian Brody e i grandi inossidabili Brendan Gleason, Sigourney Weaver e William Hurt. Da recuperare .

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