Via Crucis – La Passione di Gesù nel silenzioso Pianto della Madre

A Siracusa, la sera dello scorso venerdì 8 aprile, è stata celebrata la “Via Crucis cittadina” nell’Anfiteatro Romano del Parco Archeologico della Neapolis.

Per la migliore condivisione, a tutti i partecipanti è stato inizialmente consegnato il libretto del Santuario della Madonna delle Lacrime, “Via Crucis – La Passione di Gesù nel silenzioso Pianto della Madre”, con le meditazioni scritte dal compianto arcivescovo mons. Pio Vittorio Vigo, Vescovo emerito di Acireale.

Dopo la forzata stasi per la pandemia, la Città di Siracusa ha rivissuto l’annuale appuntamento che ha registrato una attenta e significativa partecipazione di popolo. L’evento, singolare momento pubblico di preghiera e meditazione, si è svolto ancora una volta tra le storiche e monumentali pietre di un luogo che da millenni rievoca i drammi degli uomini, che avvicinano ai grandi misteri della vita e della morte. Potremmo dire un evento – quello siracusano – davvero singolare per tutta l’Italia.

L’incontro cittadino ha testimoniato pure come sia ancora possibile uscire dal chiuso delle coscienze e del privato per assumere le connotazioni pubbliche di una speranza creativa accanto alla Croce, anche nei momenti difficili e dolorosi.

La “Via Crucis” a Siracusa ha così invitato, lo scorso venerdì, a meditare sul mistero della passione di Gesù, che ancora continua oggi “nell’esperienza tremenda di tanti popoli provati dalla violenza inaudita di ogni guerra…”, come ha sottolineato il cardinale Paolo Romeo, Arcivescovo emerito di Palermo, nella Prefazione alle pagine della “Via Crucis” di mons. Vigo che hanno guidato l’incontro cittadino.

L’Arcivescovo di Siracusa, mons. Francesco Lomanto, ha infine evidenziato: “l’annuale ‘Via Crucis’ cittadina ci ricorda che Dio non è insensibile al nostro pianto: conosce la nostra sofferenza, ascolta il nostro grido e si pone accanto soprattutto nel momento del dolore e dello smarrimento. La Via della Croce non è un vicolo cieco del dramma dell’umanità schiacciata sotto la pesante pietra del sepolcro”.

 

  • Foto Simonetta Satornino
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