COMMEMORAZIONE DEL SERVO DI DIO FRA GIUSEPPE MARIA DA PALERMO

LA TESTIMONIANZA DI DI FRA VITTORIO

Lo scorso mese di febbraio, dopo una dolorosa malattia neurodegenerativa mai identificata, quando non aveva ancora compiuto i 39 anni di età, è ritornato alla casa del Padre il sacerdote cappuccino Vittorio Midolo. Quando il sito internet di Cammino ha dato la triste notizia la pagina on line è andata in blocco per ben tre volte, tante le visualizzazione avute. Adesso ci piace ricordare la figura del giovane sacerdote riflettendo sulla sua particolare devozione per fra Giuseppe Maria, infatti il prossimo 15 maggio l’arcivescovo Francesco Lomanto presiederà l’annuale concelebrazione per la commemorazione del Servo di Dio.

Fra Vittorio Midolo, nel suo primo ed ultimo libro: Fra Giuseppe Maria da Palermo, evidenzia un particolare tratto del giovane Vincenzo Diliberto dopo essersi convertito. Vincenzino, come veniva chiamato, a partire dagli anni del Seminario a Palermo, vive la Virtù della Carità in modo semplice, ma con ardente amore verso Dio. Come vivesse quella Virtù, o meglio quello sfogo d’amore, lo stesso Fra Vittorio scrive di Fra Giuseppe, riprendendo le parole del Rettore del Seminario dove viveva Vincenzo: “ […] Egli era tutto carità, voleva essere tutto per la carità. Non ricordo che una volta sola l’abbia offeso questa bella virtù o che l’abbia trascurato nei rapporti con gli altri. Ebbe sempre parole cortesi, tolleranza generosa, sapienti industrie e premure delicate. Egli era veramente un gran cuore, e un cuore preso dalla carità di Dio. Amava tutti perché amava tanto il Signore “. Vincenzo, nei giorni festivi in cui era permesso ai seminaristi di tornare in famiglia, era solito recarsi a visitare gli indigenti ricoverati presso il “Boccone del Povero”, ma non solo per una semplice visita, bensì per poter lavare i piedi di quei poverelli, immagine di Gesù Cristo in terra, con spugne e acqua calda. In quel luogo “dove non manca alcuna delle miserie umane” egli avrebbe servito con gioia il suo Dio, elargendo la prima opera di misericordia corporale. Ed intrattenendosi a leggere alcuni testi spirituali ad un chierico cieco ”andava rinfocandosi internamente: si sentiva palpitargli il cuore, e non sapeva frenarsi dall’esclamare continuamente: Oh! Come si può non amare Dio?”

Fra Vittorio, seguendo le note dell’anima di Fra Giuseppe, direbbe che…”la Vita è una grande storia d’Amore, amare ed essere amati sono le due ali che innalzano l’uomo verso alti orizzonti, se questo amore è totale e gratuito l’Uomo raggiunge l’Orizzonte Divino”.

Queste parole, piene di carità, sono tratte dal suo testamento spirituale. Egli che in tenera età, fu particolarmente colpito dalla figura di fra Giuseppe Maria da Palermo, ha ottenuto in dono “l’eredità” di accogliere sorella morte nella stessa maniera: ammalato e in giovane età, è stato configurato al Servo di Dio dalla Grazia Divina.

FRA VITTORIO

Anch’egli, come Fra Giuseppe, era molto solare, sorridente e soprattutto accogliente. Sapeva mettere le persone a proprio agio e sapeva ascoltarle con empatia. Ha amato molto i giovani dedicando loro gran parte del proprio ministero. Era intelligente, preciso e caparbio, e quando si prefissava un obiettivo lo raggiungeva sempre. Aveva una spiccata propensione per la musica e per i mezzi di comunicazione sociale. Ha sempre messo a disposizione i propri talenti musicali, curando il coro parrocchiale e animando le celebrazioni liturgiche con la sua voce soave.

Nonostante la malattia compromettesse sempre di più la vista, l’udito e la deambulazione, tuttavia continuò a dedicarsi con grande cura e passione alla Gi.Fra di Augusta, al punto di diventare riferimento spirituale e umano di molti giovani, che si confrontavano con lui e lo aiutavano qualora avesse bisogno di aiuto.

Si dedicò altresì alla diffusione della devozione a Fra Giuseppe Maria da Palermo, interessandosi al sito e rispondendo ai devoti  che lo contattavano. Inoltre, fino a quando ancora le sue condizioni di salute glielo permisero, si recava settimanalmente presso il “Centro Oreb”, gestito dalle suore di Sant’Anna. Al medesimo Centro, la prefettura di Siracusa affidava giovani italiani e stranieri in difficoltà, di cui le suore si prendevano cura. Fra Vittorio è stato per le suore un valido aiuto in questo servizio, divenendo un faro di speranza per molti ragazzi e ragazze.

Nel Testamento spirituale, egli continua a scrivere. “Ogni passo è custodito dalla Relazione con Dio e con i fratelli… il peccato ha segnato negativamente la relazione dʼAmore con i fratelli che il Signore mi ha dato… ma non mi scoraggio perché a fianco a me cʼè Colui che ha vinto il peccato… e mi ha salvato”.

Prosegue: “Nella mia esperienza la Sofferenza è stata risorsa e maestra, e mi ha reso capace di assaporare gli attimi di eternità” Fra Vittorio era pienamente consapevole che la sofferenza è il livello più alto della conoscenza di Dio e il segno più vivo del vivere davanti a Lui.

Infine, nel suo ultimo Natale 2021, si premurò egli stesso a contattare i supermercati della città di Augusta affinché contribuissero e aiutassero la comunità dei frati per fronteggiare la richiesta di beni di prima necessità, da parte dei più poveri della parrocchia.

Ammonisce Fra Vittorio :“Riflettete, fratelli miei, sul valore della vita, di questo dono prezioso che abbiamo il dovere di custodire. Come treni in corsa, talvolta, non vediamo il mondo che ci circonda, siamo ciechi dinanzi alle necessità del fratello: arrestiamo la nostra corsa e consideriamo ciò che nella vita ha veramente valore”. La vita di fra Vittorio è stata breve ma intensa perché ha saputo assaporare la ricchezza dei suoi giorni.

Egli era veramente e appassionatamente un gran cuore.

Il cammino di santità dei giovani Fra Giuseppe Maria da Palermo e Fra Vittorio Cesare Midolo si conclude presto. La loro breve esistenza si congeda da questo mondo nel silenzio, avendo fatto esperienza dell’Amore, consumati dalla carità come il loro Signore sulla croce.

“Quante volte ho fatto esperienza di questo Amore” ,scrive Fra Vittorio e continua…. “La vita di Fra Giuseppe Maria,[..] non è costellata da eventi prodigiosi o miracolistici, nessun “effetto speciale” nel vissuto del giovane novizio cappuccino; ma è forse questo a renderne meno “speciale” il cammino di santità?

–  Nella immagine in evidenza fra Vittorio e sullo sfondo fra Giuseppe Maria da Palermo

  • Già pubblicato sul numero tipografico di Cammino, 06 maggio 2022
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