Sempre di meno e, inevitabilmente, più vecchi: è la previsione decennale sulla popolazione residente in provincia che l’Istat ha elaborato per il decennio 2021-2031, nell’ambito del progetto “Previsioni demografiche” a livello di comune. I dati, resi disponibili sul sito dell’istituto di statistica, costituiscono un primo aggiornamento rispetto alla previsioni che prendevano in esame il decennio 2020-2030; tre le elaborazioni fatte: popolazione per sesso e classi quinquennali di età, componenti del bilancio demografico, principali indicatori demografici.

Si tratta pur sempre di statistica sperimentale e dunque di proiezioni che hanno una valenza se l’ipotesi di partenza alla fine non si discosta da quanto preso come base di calcolo, ma si tratta di dati che confermerebbero un trend già riscontrabile e sul quale la politica dovrebbe interrogarsi. Nello specifico, in provincia di Siracusa al 1. gennaio 2021 risultavano residenti 386.071 unità (189.866 maschi e 196.205 femmine, con ben 800 persone che hanno un’età superiore ai 94 anni), diventati al 31 dicembre 383.476, ovvero 2.596 in meno. A tendere nel decennio saranno ben 19.000 in meno le unità residenti con tassi di natalità (7,5-7,3), mortalità (12,7-12) e di crescita (-5,2) per mille abitanti sostanzialmente stabili.

La città capoluogo passerebbe da 117.053 residenti a 111.824, Augusta da 34.857 a 32.536, Floridia da 21.561 a 20.595. Peggio farebbe Lentini (che di suo già soffre per la contiguità con la zona d’espansione di Carlentini) con una perdita di oltre 3.000 unità, passando dai 22.106 residenti ad inizio 2021 agli stimati 19.079 d’inizio 2031. Statistica sperimentale, è opportuno ribadirlo, ma numeri impietosi e non più solo a tendere: riflessione obbligatoria da farsi, in un contesto –quello delle nostre città- dove il vuoto delle case inabitate si vede e l’autunno demografico è già arrivato.

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