La provincia di Siracusa ha la sua nuova deputazione nazionale e regionale nonostante la modesta affluenza alle urne degli elettori.
Non si può dire nemmeno che i siciliani abbiano scelto i nuovi “eletti” a Roma in quanto i sistemi elettorali premiano in modo alchemico le scuderie selezionate dai vertici nazionali; la normativa regionale invece favorisce le liste con teste di serie precostituite, assemblate al momento per raggiungere un numero di voti sufficiente a far scattare il seggio a favore, appunto, delle teste di serie, come per le squadre di calcio. Tuttavia di elezione in elezione variabili non messe in conto dai contabili dei voti riescono a scongiurare fredde elezioni vinte a tavolino o che a rappresentare il territorio fossero i soliti “paracadutati” che continuano a scavare solchi di credibilità fra i cittadini ed i palazzi del potere istituzionale.
L’inaspettato successo di Cateno De Luca – l’imprevedibile ex sindaco di Messina, imprevedibile come le manifestazioni che lo hanno reso noto in tempo di Covid – unito al calo dei votanti, infatti, pare abbia fatto perdere il seggio, ritenuto “blindato”, di Stefania Prestigiacomo, prima nel listino di Forza Italia del senato Sicilia orientale. L’ex ministro esce così al parlamento nazionale dopo 28 anni, nonostante nell’ultima legislatura abbia dato prova della capacità facendo approvare l’emendamento per il nuovo ospedale della città, per la riforma Camera di Commercio del Sud-Est, per il tavolo sulla crisi Lukoil.
Stesso cinico destino per l’ex sindaco di Siracusa, Giancarlo Garozzo che, messo in posizione utile per essere eletto nel collegio senatoriale della Sicilia occidentale, previa cessione del seggio da parte di Calenda, non può coronare il suo meritorio impegno politico al Senato in quanto, per cavilli tecnico-normativi, il leader del Terzo Polo può dimettersi da tutti i collegi in cui è stato eletto tranne in quello siciliano.
Il sistema delle nomine, invece, ha regalato una new entry siracusana in Senato nella persona del professore Antonio Nicita, figlio del compianto Santi, apprezzato trasversalmente per i suoi studi accademici e per il ruolo svolto presso l’Agcom, voluto in lista personalmente da Enrico Letta.
La Regionali invece, fra calcoli di resti, errori nello spoglio e l’effetto “scateno” De Luca hanno portato ad una deputazione completamente rinnovata e non priva di sorprese per la serrata competizione delle preferenze.
Quindi rappresenteranno la provincia di Siracusa:
Luca Cannata, ex sindaco di Avola in quota Fratelli d’Italia, o, nel molto probabile caso optasse per la Camera dei Deputati, il consigliere comunale di Sortino Carlo Auteri;
Giuseppe Carta, sindaco di Melilli, in quota Movimento per le Autonomie di Raffaele Lombardo;
Riccardo Gennuso, il più giovane degli eletti, classe ’91, figlio del più noto Pippo da Rosolini, in quota Forza Italia;
Carlo Gilistro, pediatra allergologo, in quota Movimento 5 Stelle, unico deputato del capoluogo;
Tiziano Spada, insegnante di scienze motorie sostenuto dal sindaco di Floridia Carianni, in quota Pd.
Anche i siracusani in maggioranza hanno preferito come presidente l’eletto Schifani, espressione del centro destra.
Agli eletti auguri di buon lavoro, ai candidati non eletti il ringraziamento per aver contribuito al gioco democratico.
Per il futuro, ovviamente, non ci si può fermare al successo del momento.