Si è tenuto mercoledì 16 novembre nel salone “Paolo VI “della Parrocchia di San Salvatore a Siracusa l ‘incontro di formazione organizzato dalla sezione AIMC  di Siracusa sul tema delle “Adozioni”.  Relatore il presidente dell’A.F.A.A.

(Associazione famiglie  adottive e affidatarie), Vincenzo Bucello.

Dopo il ringraziamento al relatore per aver accolto l’invito,  la presidente della sez. di Siracusa Rita Marino passa la parola a padre Luigi Gargiulo assistente spirituale del gruppo AIMC di Siracusa che pone l’accento sulla  delicatezza e la complessità dell’argomento e quindi al  presidente dell’A.F.A.A. V. Bucello il quale  spiega l’ azione e l’impegno  svolto dall’ associazione  di cui è presidente nell’accompagnare i possibili genitori adottivi nell’ iter giuridico dell’adozione non sempre facile e caratterizzato da  diverse difficoltà.

In modo chiaro ed esaustivo Bucello guida i partecipanti a capire quali sono le motivazioni per cui una coppia decide di adottare e spiega come alla base ci sia    il desiderio di  aiutare un bambino ad uscire dalla condizione di abbandono  a trovare una famiglia che se ne prenda cura, ma c’è anche  il desiderio  della coppia ad arricchire la propria sfera affettiva e  mettersi alla prova  come  genitori perché si ritiene pronta a realizzare un legame autentico affettivo e mentale capace  di superare l’aspetto biologico

Un connubio per dirlo con le parole del  professor Massimo Recalcati, molto articolato che  si realizza pienamente solo quando i genitori adottivi riconosco nel bambino loro affidato  il  “figlio desiderato” e di riflesso, si  riconoscono come genitori e come tale  responsabili verso di lui . Come tutte le questioni che implicano affetti profondi l’adozione è una  avventura che  richiede sensibilità,  preparazione e una grande mole di investimenti psicologici,  affettivi e a volte economici. Un  cammino da percorrere con passione e pazienza, con rispetto e onestà, basata sull’amore sull’ accettazione di identità sepolte nel passato, di ferite da rimarginare  che  non vanno né negate né enfatizzate, ma  accettate per quello che sono, senza mai dimenticare  che nel  processo adottivo solitamente c’è una coppia, ferita nel proprio desiderio di avere un bambino e c’è un bambino ferito nella sua esigenza più elementare, quella di avere un padre e una madre e  che deve superare la perdita e le difficoltà e ritrovare la speranza. Sapranno allora i “nuovi” genitori curare  queste ferite o riverseranno in modo egoistico al  figlio appena arrivato una pesante e incondizionata aspettativa da soddisfare?

Per fortuna il più delle volte dopo le prime difficoltà da parte di entrambi le parti l’ ansia e i timori scaturiti dalla situazione nuova che si è creata vengono  superati e la “nuova famiglia” può cominciare il suo cammino con un grado sufficientemente buono di fiducia e di affetto reciproco.

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