Si comincia finalmente a parlare seriamente di politiche familiari, di natalità e la nostra speranza è che non sia troppo tardi per invertire una tendenza negativa in atto, anche nella provincia di Siracusa,  ormai da tanti, forse troppi anni.

Certo, ancora molta strada è da percorrere e il tempo a disposizione è poco. Serve ancora più consapevolezza della gravità della situazione. Basti pensare che quando è stato formato il nuovo governo, molte sono state le critiche rivolte alla scelta di aggiungere il termine “natalità” al nome del Ministero per la famiglia e le pari opportunità. Ci si è soffermati quindi, ancora una volta, sulla polemica politica, sterile ed effimera, invece di interrogarsi su cosa effettivamente potrebbe mettere in atto questo ministero.

Perché, è bene ribadirlo, di fronte ad una situazione che vede un crollo della natalità ormai costante, quel che conta davvero è come sostenere le giovani coppie che intendono sposarsi e mettere al mondo dei figli. Se non si interverrà su questo, lo  squilibrio demografico sarà ben presto insostenibile ed irreversibile.

Eppure, il problema della diminuzione delle nascite non è di questi anni. Già alla fine del secolo scorso, ad esempio, i grandi marchi specializzati negli alimenti per l’infanzia come pure  le industrie  produttrici di pannolini, cioè le aziende che basavano la loro attività sulle famiglie con figli, avevano avvertito la nuova tendenza e avevano affrontato, e in parte risolto, il mutamento della  situazione modificando il proprio catalogo di prodotti. Erano così passati passati dai biscotti per bambini ai cracker dietetici e dai pannolini ai pannoloni per anziani.

Saranno proprio i prossimi anni quelli decisivi per invertire la tendenza negativa delle nascite, anche nella nostra realtà siracusana. In caso contrario le nascite continueranno, inesorabilmente a ridursi anno dopo anno, con il contestuale aumento della componente anziana.

Occorrerà favorire, oltre all’occupazione dei giovani a conclusione dei loro studi, anche quella femminile.

Proprio in questi giorni si è svolto in Trentino, una delle regioni all’avanguardia in tutta l’Europa per le politiche familiari, l’ormai tradizionale appuntamento con il Festival della Famiglia. E’ stata un’occasione importante per dibattere sul  tema scelto per questa edizione: “Coesione sociale, welfare territoriale e qualità della vita“. Ed è apparso ancora una volta assai chiaro che per risolvere il nodo essenziale della natalità  si risolve, purtroppo, solo con misure parziali come gli asili nido, che pure servono. Non si risolve con qualche progetto qua e là, come purtroppo avviene ancora oggi in Sicilia e nella nostra Siracusa.

E’ necessario comprendere che le  politiche a sostegno della famiglia sono strettamente connesse con quelle orientate alla crescita culturale e allo sviluppo economico. E che le politiche del welfare non possono essere considerate improduttive, ma devono essere valutate per quello che in effetti sono:  veri e propri investimenti sociali, che devono essere attuati non più per compartimenti stagni ma trasversalmente, avendo il nucleo familiare come riferimento.

  • Questo contributo alla riflessione sulla tematica di prioritaria importanza è stato pubblicato sul numero tipografico di Cammino del 28 novembre 2022
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