Riflessioni a margine del pontificale di santa Lucia di mons. Damiano, arcivescovo di Agrigento:
PLATONE, PAOLO E LUCIA A SIRACUSA
La Città di Siracusa ha certamente visto la presenza di tante figure fondamentali per il luminoso sviluppo della Storia dell’Umanità.
Sullo sfondo del suggestivo tema della Luce, nella ricorrenza della Festa luciana, tre di queste figure sono state ben messe in rilievo lo scorso 13 dicembre nel Duomo siracusano dall’arcivescovo di Agrigento, mons. Alessandro Damiano. Sono quelle di Platone di Atene, Paolo di Tarso e Lucia di Siracusa. Secondo il presule agrigentino, c’è un filo dorato che congiunge queste tre colonne della Storia siracusana: il tema della luce che Platone, Paolo e Lucia hanno apportato e donato a questa Città e al Mondo intero.
Il filosofo Platone, gigante del passato, è venuto e vissuto per ben tre volte in questa nostra illustre città, insegnando alti ideali filosofici e politici. Egli consegnò una “luce unitiva”: una città luminosa, per Platone, è una città unita.
Qualche secolo dopo Platone, giunse nella nostra Città Paolo di Tarso. Paolo aveva già incontrato il Cristo Risorto sulla via verso Damasco e al riguardo parlava di aver avuto un’esperienza di illuminazione, di una “luce”, di una “luce grande”, una “luce sfolgorante”. Ecco la “seconda luce”, dopo quella platonica sull’unità, che mons. Damiano ha consegnato ai Siracusani. Una “Luce paolina” per i cardini della sua esistenza, esperienza e teologia. Una “Luce paolina” di grazia, luce “graziosa”!
Mons. Damiano è passato poi alla “terza luce”, quella che ci dona Santa Lucia, affermando che la “luce luciana” è una “luce martiriale”, ossia della “non violenza”, dell’opporsi al male con il bene, unico modo per sconfiggerlo definitivamente e ineluttabilmente!
In conclusione il presule agrigentino ha consegnato le “tre luci” alla Città di Siracusa, alla sua Comunità ecclesiale e civile, a tutti e a ciascun siracusano.
1) La luce di Platone che è luce d’unità che vince le tenebre della divisione e della lacerazione delle guerre. L’unità è un valore, civile ed ecclesiale, prezioso da custodire.
2) La luce di Paolo ci ricorda come Dio sia “grazioso”, nel duplice significato di questo aggettivo: gratuito e bello. Sì, Dio è mistero di pura grazia non solamente nei nostri confronti, liberandoci, in Cristo morto e risorto, gratuitamente dai mali e dal Maligno. Ma la luce di Paolo è “graziosa” anche nel secondo significato di “bella”. Dio è bellezza e l’arte… Quanta arte sacra e cristiana esiste, anche nella nostra splendida Siracusa…
3) La terza e ultima consegna fatta ai Siracusani da mons. Damiano: la luce di Lucia, una “luce martiriale”, una “luce testimoniale”. Per l’arcivescovo agrigentino Lucia è più di un testimonial, è una testimone che crede fino a dare la vita, è appunto una “martire”. La luce martiriale è intesa come una luce della non-violenza. Una Città, una Nazione, le relazioni fra le Nazioni se poggiassero sempre più e sempre meglio le fondamenta del loro vivere comune sulla “non-violenza” (per dirla con una negazione – e/o sulla “carità” e “l’accoglienza vicendevole” – per dirla con un’affermazione ) tutto oggi sarebbe diverso.
L’arcivescovo ha concluso l’omelia auspicando che le “tre luci” dell’unità che prevale sul conflitto, della “graziosità” della gratuità e della beltà che supera la bruttezza dell’egoismo e della carità che sa declinarsi anche come non-violenza e accoglienza – perché l’altro siamo noi – possano sempre illuminare di luce serena in particolare la nostra Città, la nostra antichissima Chiesa siracusana.
Un’omelia molto apprezzata, che certamente ricorderemo a Siracusa anche per la sua notevole profondità culturale. I suoi forti richiami storici, filosofici e religiosi costituiscono un forte incentivo affinché Siracusa effettivamente “rinasca e risplenda”, come talora si canta forse distrattamente nelle chiese, senza ben riflettere sulle gloriose radici della Città e sui Personaggi che hanno respirato lo stesso profumo dello Scoglio di Ortigia.
- Nella immagine in evidenza il sole che sorge al largo di Siracusa e mostra il raro “Raggio Verde – credito ormefoto